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Gioco d’azzardo: i dati di Ires parlano chiaro, ma potrebbe essere modificata la legge regionale

Immagine d'archivio
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GIOCO D’AZZARDO Una delle migliori leggi degli ultimi anni, più forte dei ricorsi al Tar e al consiglio di Stato oppure una legge troppo restrittiva che ha alimentato il gioco illegale e il gioco online, da modificare al più presto? Parliamo della ormai celeberrima e copiatissima legge regionale contro le ludopatie, approvata all’unanimità nel 2016 su spinta degli allora assessori Saitta e Pentenero. In tre anni con il cosiddetto distanziometro ha portato alla soppressione di quasi il 50% delle macchine da gioco presenti in Regione Piemonte spostando l’ago della bilancia verso le sale gioco lontane da punti sensibili e quindi dai centri storici e azzerando di fatto le slot che proliferavano fino al 2016 in bar e tabacchi dei centri.

Si tratta di una legge, di cui vedremo gli effetti, resi noti in una ricerca dell’Ires “Il gioco d’azzardo in Piemonte-Prima e dopo la legge regionale n. 9/2016” che non poteva e non può piacere agli esercenti. Questi ultimi lamentano, infatti, un calo dell’occupazione nei locali da gioco e sostengono che abbia alimentato il gioco d’azzardo illegale e il gioco online. Pensiero che è tutto nelle parole di Domenico Distante, presidente di Sapar, la più antica associazione italiana di gestori del gioco di Stato: «La legge va a incentivare il gioco senza controllo online, che danneggia anche i minori». Fa eco Giorgio Pastorino, presidente nazionale di Sts, il sindacato dei totoricevitori sportivi «Il Piemonte ha avuto fretta di legiferare, il distanziometro ferma il giocatore occasionale, ma non quello patologico, che sceglie comunque altre strade. Il settore legale è sempre stato un argine al proliferare dei videopoker, strumenti utilizzati dalla criminalità».

Fin dalle prime ore gli esercenti hanno tentato di fermare, prima e mitigare, poi la legge ricorrendo alla giustizia che, però si è sempre pronunciata a favore della legittimità della 9/2016.

L’unica strada percorribile è quella della politica passando per il voto dello stesso consiglio regionale che nel 2016 approvò la legge.

L’amministrazione Cirio vuole cambiare la legge?

Il presidente della Regione Alberto Cirio parlando a Gazzetta non si sbilancia: «Il compito di legiferare compete al consiglio regionale, non alla giunta, se il tema arriverà all’ordine del giorno il consiglio valuterà il da farsi».

Più schierato l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano al termine dell’audizione della scorsa settimana delle Commissioni Lavoro e Sanità: «Credo sarebbe stato giusto che gli effetti della legge regionale contro le ludopatie non fossero stati retroattivi. Penso che i consiglieri debbano avere il tempo necessario per valutare e decidere, ma se il Consiglio dovesse presentare una proposta di legge che elimini la retroattività, sarei pronto a sottoscriverla in qualunque momento».

La retroattività è l’elemento più discusso della legge che ha colpito tutte le attività indistintamente e non solo quelle di nuova apertura. Eliminare la retroattività del distanziometro significherebbe di fatto anestetizzare gli effetti della legge e gran parte del suo potenziale.

Un’ulteriore conferma arriva da Claudio Leone (Lega), presidente della terza commissione consiliare, contattato da Gazzetta: «All’ordine del giorno della commissione al momento non c’è una discussione sulla modifica della legge regionale 9/2016, ma presto inizierà la discussione. E’ intenzione di questa amministrazione modificare e migliorare la legge, come promesso in campagna elettorale. Ci metteremo mano sicuramente nei prossimi mesi».

L’indagine Ires

Una legge inutile e dannosa? Non è di questo avviso l’Ires che ha presentato al Consiglio regionale del Piemonte la ricerca “Il gioco d’azzardo in Piemonte-Prima e dopo la legge regionale n. 9/2016”.

Prima dell’entrata in vigore della legge regionale, dal 2013 al 2016 in Piemonte il volume nel gioco distribuito su rete fisica è cresciuto di circa il 4,5% con +219 milioni di euro, pari a un volume di gioco di circa 1.167 euro pro capite per residente di ogni età e un totale di oltre 5,1 miliardi di euro giocati. Anche le perdite dei giocatori sono cresciute nello stesso periodo di circa l’11% più 127 milioni, pari a 283 euro pro capite per residente di ogni età.

Nel 2016 la raccolta era pari a 3,7 miliardi di euro, il 72% solo da apparecchi elettronici, quelli colpiti dalla legge regionale.

Dopo il 2016 si assiste a una drastica diminuzione dei volumi di gioco in Piemonte, mentre nel resto d’Italia continua a crescere il giocato.

La diminuzione registrata in Piemonte nel 2018, rispetto al 2016, è di 497 milioni di euro (-9,7%) e di 430 milioni rispetto al 2015. Il calo nel valore delle perdite osservato nel 2018 rispetto a quello del 2015 è pari a 113 milioni (- 10%).

Ancora più chiaro il confronto tra il giocato sceso dai 4,9 miliardi del 2013 ai 4,6 miliardi di euro 2018, mentre nello stesso periodo si è passati dai 64 miliardi a livello italiano del 2013 ai 70 miliardi giocati nel 2018.

Chiaro come il Piemonte sia in controtendenza rispetto al resto della penisola. Nel resto d’Italia le perdite del 2018 sono maggiori di circa 1,3 miliardi rispetto al 2015 (+9%).

Gioco Online

Il calo di giocato è stato assorbito dal gioco online come sostengono gli esercenti? In base ai dati presentati dall’Ires verrebbe da dire “solo in minima parte”, perché è vero che in Piemonte il gioco a distanza cresce molto (+75%), ma meno che nel resto d’Italia (+87%).

Nel complesso, nonostante gli effetti della legge regionale, anche in Piemonte si registra una crescita del gioco d’azzardo sommando gioco fisico e gioco online, ma la crescita del gioco d’azzardo rallenta rispetto al resto d’Italia (+7% contro un +22% a livello nazionale) e, nel 2018, le perdite sono inferiori a quelle osservate nel 2015 di circa il 6% (69 milioni di euro).

Conclusioni

E’ questo forse il dato più eclatante: quello delle perdite vere e proprie al gioco, quanto in sostanza è andato in fumo nel gioco d’azzardo fisico e online. Dopo il picco del 2016 in cui le perdite hanno raggiunto i 1.304 milioni di euro, nel 2018 sono scese a 1.120 milioni di euro. Nello stesso periodo le perdite a livello nazionale sono passate da 15,6 miliardi di euro a 17,7 miliardi di euro.

Nel 2018 in Piemonte il volume di gioco pro capite è stato di 1.491 euro, mentre in Italia di 1.766 euro. Più del 15% in meno della media nazionale. I casi in cura presso i Serd del Piemonte sono scesi da 1.421 del 2015 a 1.184 nel 2018.

A Paolo Jarre della Società Italiana Tossicodipendenze Piemonte e Valle d’Aosta la conclusione: «Nei primi 2 anni di applicazione la Legge regionale piemontese ha determinato una fortissima contrazione del gioco con apparecchi automatici di gioco cui è corrisposto un modesto incremento del denaro investito in altri giochi fisici. Di fatto, grazie alla legge, il denaro investito dai piemontesi nell’azzardo di Stato, in soli due anni è diminuito di mezzo miliardo di euro e le perdite sono diminuite di 222 milioni. Ciò in uno scenario in cui nel resto d’Italia continua a crescere l’investimento anche nel gioco offline».

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