Perché in piemontese si dice “Sòma d’àj”? Scopriamolo con Paolo Tibaldi

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Sòma: Asina; pane soffregato di aglio olio e sale; infimo epiteto rivolto ad una donna

C’era una volta un uomo che stava transitando presso un paese delle nostre colline e, avendolo visto una donna che lo riteneva maldestro, gli gridò con tutto il cuore Aso! (asino!). L’uomo, senza pensarci un attimo, replicò altrettanto sonoramente sòma! La donna, stizzita e offesa, andò a denunciarlo, ma la causa fu vinta da lui poiché dimostro che l’animale su cui si stava facendo trasportare era una femmina d’asino, in piemontese contraddistinta dalla parola sòma. Dunque, l’esclamazione di lui andava soltanto a puntualizzare un’informazione errata della donna.

Sappiamo anche che la sòma, è un cibo povero e sano tipico delle zone in cui viviamo, merenda autunnale sfruttata in tempo di vendemmia: fette di pane abbrustolito nel forno a legna, sulle quali si strofina più o meno intensamente uno spicchio d’aglio e, dopo un filo d’olio e un pizzico di sale, è pronto per essere assaporato, magari ancora un po’ tiepido. Ecco quindi la sòma d’àj, antesignana della bruschetta.

Cos’è che accomuna queste due entità così differenti e magari distanti tra loro? Sòma intesa come asina e sòma inteso come cibo povero piemontese. Il primo ci fa pensare senz’altro alla parola somaro, vale a dire l’asino, con prevalente riferimento alle funzioni di lavoro proprie dell’animale, tant’è vero che la somà è la gran quantità di carico che si pone sulla groppa di un animale da trasporto.

Tocca ricorrere al latino volgare dove SAUMAM è proprio la grossa quantità, l’assonanza con somma è evidente. Ecco quindi che il significato di cibo povero costituito da pane insaporito con olio e aglio, può aver influito nel senso di carico, grossa quantità; oppure ancora l’analogia con il carico dell’asino che gli si strofina sul dorso.

Non possiamo non enunciare che la parola di oggi vale anche a mo’ di ignominia per una donna dai facili costumi, disprezzata per le azioni disonorevoli che la accompagnano. Epiteto di disprezzo verso colei che è nota per essere ruffiana e dispettosa. Chissà che non fosse proprio quella l’intenzione esclamata dall’uomo che vinse la denuncia!

Paolo Tibaldi

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