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Scopriamo perché ammaccatura e livido in piemontese vengono detti “Dòrgna”

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Dòrgna: Ammaccatura, danno in superficie, bernoccolo, livido, protuberanza fisica dovuta a percossa

Vi è mai capitato di trovarvi l’auto ammaccata per opera di ignoti, poiché l’autore se l’è data a gambe? Per me è un’esperienza recente quella di aver ritrovato il mezzo con un bollo sulla carrozzeria. Nulla di molto grave per fortuna, ma è proprio di questo che parliamo oggi, di dòrgna. Parola, ahimé, non presente in tutte le varianti regionali, la dòrgna è un’ammaccatura fisica e materiale riferita a oggetti, oppure a persone quando si tratta di acciacchi, malanni, lividi o bernoccoli.

Consultando vocabolari e dizionari, pare che possa essere una parola di diretta origine latina, nella fattispecie con la parola del Latino Volgare DURINIONEM, derivata da DURUM che, per forza di cose, ci riporta al significato di duro/durone. Ecco dunque che la parola di oggi prende forma e significato quando, di conseguenza ad un colpo o una percossa subìta, ci si ritrova ad avere un livido, un bernoccolo o un’ammaccatura evidente.

La mia deformazione professionale mi permette di fare un esempio nazional-popolare che calza a pennello e permette di coniugare la parola di oggi con l’ambito del teatro. Tutti abbiamo presente la maschera di Arlecchino, tipico personaggio della Commedia dell’Arte. La maggior parte delle persone, pensa sia riconoscibile dall’abito, fatto di tanti rombi colorati. Certamente Arlecchino, contadino del Nord Italia, povero in canna, si è cucito quell’abito con i pezzi di scampolame che andava trovando in giro.

Ma il vero segno distintivo di quel personaggio così singolare è la maschera che porta sulla fronte un bozzo, una protuberanza di carne, niente meno che una dòrgna. Qual è il motivo? Le ipotesi sono due, entrambe fondate. Una sostiene che quel bernoccolo fosse causato dal numero elevato di bastonate subìte dal povero Arlecchino, soprannominato da taluni “commerciante di legnate”; l’altra ipotesi promuove l’idea che quel personaggio fosse talmente intelligente – poiché la sua povertà lo portò a spostarsi da Bergamo a Venezia trovando lavoro presso due padroni antagonisti tra loro – da non poter contenere tutta l’intelligenza all’interno del cranio e parte del cervello, dovendo trovare spazio, si sfogò sulla fronte. Sempre di dòrgna si tratta!

Paolo Tibaldi

 

 

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