Fazio: dopo l’emergenza urge un solido piano sul territorio

L’INTERVISTA Dieci giorni di positivi in risalita anche in Piemonte, dove una percentuale consistente è rappresentata dai turisti rientrati dai Paesi europei più a rischio: Spagna, Malta, Grecia e Croazia, per i quali il Ministero della salute ha disposto il monitoraggio obbligatorio tramite i tamponi. Ciascuna azienda sanitaria ha così messo a punto un piano per effettuarli, come accade anche alla Cn2 di Alba-Bra, con orari e sedi indicate per ogni giorno sul sito Internet, tramite prenotazione o ad accesso diretto. C’è poi il rientro da altre mete vacanziere prese d’assalto dai giovani, spesso senza badare a distanze o a mascherine, con un aumento di contagiati poi arrivati nelle loro città di residenza. È il caso del Nord della Sardegna, fino a un mese fa quasi Covid-free e oggi teatro di focolai estesi. Non a caso, secondo il rapporto dell’Istituto superiore di sanità relativo ai contagi in Italia, l’età media dei positivi è scesa, fino a raggiungere i 30 anni. A tutto questo, si aggiunge uno scenario nazionale in evoluzione, il cui cambiamento più importante sarà la ripresa delle attività scolastiche dal 14 settembre, con molti istituti che riapriranno le porte già da oggi, primo settembre, per i corsi di recupero. Per l’ex ministro della salute Ferruccio Fazio – chiamato in piena emergenza dal governatore Alberto Cirio per dirigere la task force regionale del Piemonte, messa in piedi per riorganizzare la medicina territoriale di fronte al Covid-19 – la parola chiave è una sola: monitoraggio, da portare avanti con un preciso piano sanitario.

Nato a Garessio – Comune di cui è oggi sindaco – nel 1944, Ferruccio Fazio è laureato in medicina e ha avuto una lunga carriera in ambito ospedaliero. Nel 1977 ha installato la prima Pet (macchina per esami diagnostici di medicina nucleare) in Europa all’Hammersmith hospital di Londra e nel 1988 la prima in Italia, al San Raffaele di Milano. Dopo l’esperienza come ministro della salute, guida al momento in Piemonte, chiamato dal governatore Alberto Cirio ad aprile, una task force istituita per analizzare e risolvere le carenze strutturali che l’emergenza coronavirus ha messo in drammatica luce sul sistema sanitario.

Fazio, che cosa significano i numeri sui contagi di questi ultimi giorni?
«Anche in Piemonte, come sta accadendo in gran parte d’Italia, i tamponi stanno portando alla luce un aumento dei positivi al Covid-19. Secondo il nostro monitoraggio quotidiano, esistono una serie di piccoli focolai, dovuti per almeno la metà a persone rientrate dall’estero o da zone d’Italia con un elevato numero di contagi, turisti o lavoratori che siano. In generale, però, la situazione sanitaria in Piemonte è sotto controllo: oggi, rispetto alle prime fasi dell’emergenza Covid-19, la nostra regione ha una capacità nettamente superiore di effettuare tamponi e di isolare sul nascere i focolai».
Infatti, i contagi sono in aumento, ma per fortuna i ricoveri rimangono limitati a una percentuale contenuta di casi, non congestionando gli ospedali.
«Da ciò che sappiamo, a oggi il virus non è mutato affatto, ma semplicemente sono cambiate le nostre abitudini. Se gli anziani hanno imparato a proteggersi dai rischi, indossando la mascherina e scegliendo una vita più appartata, in generale non si può dire lo stesso dei giovani, soprattutto durante le vacanze estive. E se gli anziani si sono dimostrati fin dall’inizio più fragili di fronte al Covid-19, nei giovani spesso la malattia decorre con sintomi minimi, se non del tutto trascurabili, con il rischio però di diventare inconsapevoli veicoli di contagio per le altre persone. Per questo, più che mai, è fondamentale il monitoraggio sul territorio. Non dimentichiamoci che gli ospedali sono collassati perché è stato il territorio a non reggere, per la mancanza degli strumenti necessari».
Francesca Pinaffo

Banner Gazzetta d'Alba