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Come costruire un mondo più giusto e fraterno

PENSIERO PER DOMENICA – TERZA DI AVVENTO – 13 DICEMBRE

Di fronte all’invito alla gioia, tipico della terza domenica d’Avvento, è lecito avanzare qualche riserva: si può comandare a qualcuno di essere nella gioia? Ha senso farlo in un periodo come quello che stiamo attraversando? Come sempre cerchiamo risposte nelle letture bibliche.

Come costruire un mondo più giusto e fraterno
Il Battista annuncia la venuta di Gesù, miniatura lombarda, XV sec. Cremona (Tesoro Cattedrale).

La gioia è ricostruire. Il profeta (Is 61,1-11) invita i Giudei, rientrati dall’esilio babilonese e intenti a ricostruire Gerusalemme, a cogliere la bellezza di quanto stanno facendo. Essi che avevano sognato un ritorno trionfale a Gerusalemme si erano trovati davanti alla desolazione di un ammasso di rovine: tutto da ricostruire! Ma ricostruire può essere un’avventura esaltante se c’è un progetto nuovo. Noi sappiamo che il progetto di mondo descritto da Isaia sarà anche quello di Gesù (presentato a Nazaret: Lc 4,16-21) e di Maria (proclamato nel Magnificat). Come ci richiama spesso papa Francesco e come ci hanno ricordato i duemila giovani economisti riuniti idealmente ad Assisi, per costruire una realtà gioiosa bisogna prima crederci, poi provarci, partendo dai bisogni dei poveri e dei sofferenti. La gioia è creare un mondo di giustizia e di fratellanza.

La gioia è frutto di precisi atteggiamenti. È Paolo che dà ai Tessalonicesi (1Ts 5, 16-24) l’ordine in apparenza paradossale: “Siate sempre lieti”. Forse però comandare la gioia ha senso se è invito a non lasciarsi andare, a reagire al negativo. Paolo ci dice come farlo con un elenco di atteggiamenti che producono gioia: la preghiera, in particolare la preghiera di ringraziamento, l’ascolto dei profeti dei tempi nuovi, il senso critico di “esaminare ogni cosa”, tenendo ciò che è buono per non cadere in illusioni pericolose, e l’astenersi dal male che, alla lunga, è sempre fonte di tristezza.

La gioia cresce con la testimonianza. Giovanni Battista, protagonista del brano evangelico (Gv 1,6-8.19-28), non passa per un personaggio particolarmente gioioso: troppo serio e austero! Invece egli ci indica una strada che porta alla gioia: la strada della testimonianza. Testimoniare la fede dà gioia. Lo stiamo sperimentando in queste settimane: tra i gruppi di amici, addirittura sui social, in mezzo a tante banalità, trovano sempre più spazio i temi della fede. Tocchiamo con mano che parlare di queste cose, scambiarci commenti sulla Scrittura, video, canzoni, immagini… ci fa stare meglio, ci rende tutti un po’ più gioiosi. Così possiamo camminare insieme verso il Natale, pur rispettando le distanze!

Lidia e Battista Galvagno

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