Come si cambia quando si ascolta la voce di Dio

PENSIERO PER DOMENICA – III TEMPO ORDINARIO – 24 GENNAIO

Celebriamo in questa domenica la Giornata della Parola: è un invito a riflettere sul ruolo che la parola di Dio, contenuta nella Bibbia ha nella nostra vita e nella nostra preghiera. In particolare, quest’anno papa Francesco ci suggerisce di riflettere sul legame tra parola di Dio e liturgia. La Parola che viene proclamata, sempre diversa ogni domenica, può rendere nuove e vive le nostre celebrazioni e la nostra vita più fraterna. Proviamo, allora, a metterci in ascolto delle letture.

Come si cambia quando si ascolta la voce di Dio
Gesù chiama gli apostoli Pietro e Andrea a seguirlo, da una miniatura del XV secolo di Attavante Attavanti (Bruxelles, Biblioteca reale Belgio).

«Il tempo si è fatto breve». Le parole indirizzate da Paolo ai Corinzi (1Cor 7,29) riecheggiano la predicazione di Giona a Ninive (Gn 3,1-5), ma si applicano bene al momento storico che stiamo vivendo. Gli abitanti di Ninive hanno avuto quaranta giorni di tempo per convertirsi. La pandemia in corso e gli studi scientifici ci dicono che anche noi dobbiamo cambiare stile di vita senza perdere ulteriore tempo, perché come ha ripetuto più volte papa Francesco, «non possiamo pensare di vivere sani in un mondo malato». In ogni caso «nulla sarà più come prima».

«Il regno di Dio è vicino». Le prime parole di Gesù, secondo Marco (1,14-20), a differenza di quelle di Giona non contengono una minaccia, ma un messaggio di speranza: un piano di salvezza c’è già, anche se è ancora tutto da attuare. Per scoprire il piano di salvezza di Dio dobbiamo leggere, ascoltare e meditare la parola di Dio. Anche noi però, come Giona, spesso siamo tentati dalla sfiducia: non crediamo nella possibilità del cambiamento, non crediamo che la Parola possa fare breccia nei cuori dei “lontani”, come erano a quel tempo gli abitanti di Ninive. Le letture di oggi invitano alla speranza: se Ninive si è convertita possiamo farlo anche noi; anche il nostro mondo può cambiare.

«Vi farò diventare pescatori di uomini». Nel Vangelo leggiamo che Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, pescatori sul mare di Galilea, sono chiamati da Gesù a diventare «pescatori di uomini». Vediamo qui un altro risvolto: la Parola che chiama. Quando qualcuno ci chiama per nome, comprendiamo che quello che sta dicendo è per noi, è per me. Quel Dio che ci ha chiamati all’esistenza, ci chiama ancora per nome, per suggerirci come dare un senso nuovo e pieno alla vita. Possiamo farlo se accettiamo di seguire Gesù, facendo una precisa scelta: mettere la dignità delle persone prima delle cose, prima dell’economia. Ascoltiamo oggi la sua voce!

Lidia e Battista Galvagno

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