Presidio a Cuneo in piazza Galimberti del comitato Scuole aperte

Nel comunicato, studenti e insegnanti chiedono il ritorno alle lezioni in presenza

Presidio a Cuneo del comitato Scuole aperte

SCUOLA Ennesimo e inaccettabile retromarcia dell’ultimo minuto quello a cui abbiamo assistito nel pomeriggio del 13 aprile, quando la Regione ha prorogato per Cuneo la zona rossa.

Non è possibile che – a più di un mese dall’entrata in zona rossa, con scuole, negozi, bar e ristoranti chiusi – non si sia in grado di rispondere alla domanda su dove e come girino i contagi e porre rimedi dove necessario.

Le manifestazioni di questi giorni sono il segno di una crescente ribellione nei confronti di una cabina di regia che sembra non avere la capacità di capire dove andare, di non comprendere che cosa stia succedendo, di non essere in grado di monitorare e prevedere nel medio periodo le possibili evoluzioni con relative scelte politiche mirate.

Il fatto che Cuneo resti in zona rossa e i contagi non calino solleva diverse domande. I numeri dei bollettini quotidiani non sono in grado di spiegare e non giustificano più le chiusure indiscriminate.

«Necessario il ritorno degli studenti in classe»

Vista la grande capacità di adattamento delle scuole – ma non senza fatiche e pesanti ricadute su studenti, insegnanti e famiglie – nel far tornare finalmente in classe gli studenti, non sarebbe stato opportuno pensare a riaperture delle scuole, senza ulteriormente mortificare la parte di popolazione già più penalizzata in questo ultimo anno? Come dimostrano i dati, non è la scuola il luogo in cui il contagio si diffonde.

Per queste ragioni nella mattina di oggi, 14 aprile, studenti e insegnanti terranno un presidio in piazza Galimberti e da lì si collegheranno in Dad alle rispettive lezioni: modo pacifico ma visibile per manifestare un disagio e un senso di abbandono sempre più evidenti e per chiedere ancora una volta che tutta la scuola funzioni in presenza e non dietro gli schermi dei computer.

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