Stop alla discussione della legge sul gioco d’azzardo. Si cerca una soluzione condivisa

AZZARDO E LUDOPATIA Dopo diverse sedute di aula, la proposta di legge di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico viene sospesa e nelle prossime settimane verrà presentato un Ddl della Giunta. La decisione è stata presa con 23 favorevoli e 17 non votanti. «Per noi è solo un cambio di strategia – hanno spiegato il capogruppo della Lega Alberto Preioni e il primo firmatario Claudio Leone – abbiamo dovuto fare i conti con 65mila emendamenti, una distorsione della democrazia che dovrebbe essere confronto e dialettica. Ci sono 5mila persone che rischiano di perdere il posto e non possono rimanere appesi a un filo. Il nostro è un arrivederci a tra poche settimane».

«Nessun passo indietro – ha poi affermato Leone – Il provvedimento voluto con forza dal gruppo della Lega non è né accantonato, né ritirato né tantomeno bocciato».

Tra le soluzioni che verranno prese in considerazione rimane l’emendamento presentato dal capogruppo di Forza Italia, Paolo Ruzzola, che prevede due ulteriori anni di proroga per le sale da gioco che, entro il 20 maggio, dovrebbero chiudere o spostarsi in applicazione della legge del 2016.

«Il ragionamento in corso va incontro a due esigenze, quella dei lavoratori del settore e di tutela delle persone fragili a rischio ludopatia», spiega Paolo Bongioanni, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale. «Dobbiamo riuscire, partendo dal documento Leone, a intraprendere un percorso veloce con il quale arrivare a un risultato soddisfacente per tutti anche attraverso il confronto con le minoranze». Primo obiettivo è partire lunedì prossimo con un tavolo di lavoro per «dare risposte ai lavoratori, alle aziende e alle persone fragili».

«Prevale l’attenzione alla salute e ai più fragili, vince il buon senso», commenta la consigliera del Pd Monica Canalis. «Sulle malattie come il gioco d’azzardo patologico non si scherza, soprattutto in mezzo a una pandemia che ha messo la salute al primo posto tra i pensieri dei piemontesi. La Lega non ha retto l’opposizione istituzionale delle forze di minoranza e la determinata protesta della società civile, e non ha saputo tenere unita la maggioranza su una proposta di legge che avrebbe cancellato ingiustamente i buoni risultati della legge regionale 9/2016. Quella che è mancata al Consiglio regionale in questi giorni è la politica. Occorre una capacità di mediazione e una disponibilità al dialogo e all’ascolto, non tanto dei poteri economici, che vogliono influenzare le decisioni, ma delle forze sociali e professionali che curano i malati e accolgono i più fragili. La Lega ha rifiutato ogni mediazione e si è schiantata. Speriamo che questa esperienza sia utile per il futuro, perché la qualità del dibattito democratico migliori e si basi non solo sulla forza, ma anche sul buon senso».

Stop alla discussione della legge sul gioco d’azzardo. Si cerca una soluzione condivisa

Una slot machine con sul display la scritta “Lega game over” è stata portata nell’aula del Consiglio regionale dai consiglieri 5 stelle per dare un messaggio chiaro: la battaglia sull’azzardo è finita. E lo dimostra il passo indietro annunciato dal capogruppo leghista. «La Lega è isolata. L’intera società civile ha condannato il tentativo di smantellare la buona legge regionale 9/2016 contro il gioco d’azzardo patologico. Come se non bastasse il Carroccio è stato scaricato dai suoi stessi alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia. In aula non ci sono i numeri, sul territorio i contrari sono ben più dei favorevoli», scrivono in una nota i consiglieri del Movimento. «È arrivato il momento, dopo settimane, che il Consiglio regionale si occupi delle vere priorità dei cittadini piemontesi: piano vaccinale, sostegni ai settori in difficoltà, edilizia sanitaria, trasporto pubblico locale e molto altro. Temi completamente dimenticati a causa dell’operazione targata Lega di rimettere in discussione la legge, dopo averla però votata appena 5 anni fa».

La Giunta presenterà un nuovo testo

«La Giunta regionale del Piemonte è pronta a presentare un disegno di legge condiviso al suo interno per garantire il diritto al lavoro di migliaia di operatori del gioco legale, contrastare le infiltrazioni della malavita e tutelare con nuovi e più efficaci strumenti le vittime della ludopatia». Lo annuncia l’assessore leghista Fabrizio Ricca, dopo che il Carroccio ha annunciato in Consiglio regionale la sospensione della proposta di legge Leone. «È una strada – sottolinea Ricca – imposta da un ostruzionismo che ha negato qualunque vero confronto democratico all’interno del Consiglio regionale. Il gioco di una vecchia politica che presenta decine di migliaia di emendamenti senza pensare alle conseguenze che questo avrà sulla pelle delle 5.200 famiglie che, pur operando nel totale rispetto della legge, rischiano di perdere il loro posto di lavoro. La sinistra parla di vittoria quando sa perfettamente che la nostra proposta vedrà il via libera nelle prossime settimane».

Marello: «Salva la legge sul gioco d’azzardo patologico»

«Credo che le forze di centrodestra abbiano fatto tutto da sole. Se la sono cantata, se le sono suonate. E adesso annunciano una sospensione nella quale in realtà si legge ritiro. Perché il terzo tempo non sarà il voto su questa proposta di legge, ma, se mai ci sarà, sarà un voto su un nuovo disegno di legge. Era nell’aria questo ritiro», dichiara in aula il consigliere regionale del Partito democratico Maurizio Marello. «Tuttavia, pensavo che la maggioranza avrebbe almeno avuto il buonsenso di mettere al voto gli emendamenti del collega Ruzzola che avrebbero, attraverso una proroga dei tempi, in un periodo difficile, salvaguardato i lavoratori delle sale gioco che dovranno adeguarsi alla legge entro il 20 maggio».

«Per le opposizioni questa è una vittoria: la seconda dato che avevamo già respinto un emendamento che voleva modificare la legge un anno fa», prosegue Marello. «Abbiamo dato voce al Piemonte migliore, ai nostri giovani che vogliono una società fondata sul lavoro e non sul gioco. Abbiamo fatto la nostra parte, usato gli strumenti che avevamo. Il centrodestra aveva i numeri per far passare tutte le leggi possibili, ma ha fatto male i conti perché era spaccato al proprio interno».

«Questa vicenda mi ricorda quella che ha interessato il calcio negli ultimi giorni: quella della superlega di calcio. La Lega in Consiglio regionale ha fatto la stessa fine. Non è stata la Lega, è stata la “Superlega” che in due giorni si è dissolta e il presidente Cirio ha fatto la stessa brutta figura che ha fatto il mio presidente Andrea Agnelli con un’unica differenza: che quest’ultimo la faccia ce l’ha messa, mentre Cirio la faccia l’ha fatta mettere ai suoi consiglieri», conclude Marello.

 

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