Carlo Petrini: «Il territorio e il cibo sono beni comuni»

BRA «Inizierà venerdì 17 (settembre), ma andrà tutto bene». Parola del primo cittadino braidese Gianni Fogliato, intervenuto giovedì scorso alla presentazione della tredicesima edizione di Cheese. Prevista nel lungo fine settimana settembrino (da venerdì 17 a lunedì 20), la fiera internazionale dei formaggi (rigorosamente a latte crudo) sarà il primo grande evento in città con il pubblico presente, dopo l’inizio della pandemia.

Carlo Petrini: «Il territorio  e il cibo sono beni comuni»

Nella bella area verde dei giardini della Rocca, moderati da Carla Coccolo di Slow food, sono stati tanti gli interventi: dopo l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa, che ha esordito parlando della difesa delle api, fondamentali per preservare la biodiversità e in linea con il tema di questa edizione “Considera gli animali”, è stata la volta del primo cittadino Gianni Fogliato, il quale con voce che tradiva emozione, ha detto: «La macchina organizzativa del Comune e di Slow food è già al lavoro per realizzare al meglio questa nuova edizione, garantendo massima sicurezza e ritrovando il piacere di stare insieme».
Per Luigi Barbero, presidente dell’Atl Langhe, Roero e Monferrato, Cheese «garantisce, pur nella massima sicurezza, un principio di ripresa, anche grazie ai tanti visitatori che raggiungeranno Bra da tutto il mondo». Forse non tutti sanno che i formaggi Bra tenero e Bra duro fossero noti anche a un anziano Garibaldi «che se li faceva spedire nella sua pietrosa Caprera», come ha ricordato il delegato alle manifestazioni Fabio Bailo, il quale ha anche condiviso il fatto che già negli statuti medievali di Bra si parlava di affinatori di formaggi e delle regole che dovevano rispettare.

«Tre grandi tappe connesse alla storia di Cheese: nel 1997 in Italia non si discuteva neppure di latte crudo», ha commentato la neoeletta presidente di Slow food Italia, Barbara Nappini, «e i casari e i pastori lo lavoravano quasi clandestinamente, perché per la maggiore andavano i formaggi con latte pastorizzato. Noi, sostenitori del latte crudo, abbiamo però vinto quella battaglia, al punto che oggi i formaggi prodotti in questo modo si distinguono per qualità ed eccellenza. Lo stesso abbiamo fatto nel 2015 con quella contro il latte in polvere e nel 2019 con la valorizzazione dei fermenti naturali».

Alessandra Turco, responsabile della logistica: «Avremo i produttori e affinatori italiani e internazionali, gli appuntamenti a tavola (all’Agenzia di Pollenzo), la gran sala, i laboratori del gusto, che metteranno in relazione produttori e cuochi, per dimostrare che da prodotti fatti come si deve possono nascere piatti straordinari. Poi il cibo di strada e le birre artigianali; infine momenti di riflessione e tante conferenze».
Il presidente di Slow food Carlin Petrini, chiudendo gli interventi, ha sottolineato: «Navigheremo a vista, con alcuni punti fermi: la manifestazione è il segnale di rinascita e di rigenerazione anche del nostro modo di lavorare. Ai braidesi chiedo di sentire l’orgoglio di essere la “città di Cheese”, sapendo che questa è la più grande manifestazione al mondo relativa ai formaggi. Da Bra sono partiti segnali che hanno sedimentato in tutto il mondo: in Inghilterra, in Africa e negli Stati Uniti d’America, che oggi realizzano una moltitudine di formaggi, che prima non esistevano, perché la disciplina che prevedeva la pastorizzazione di tutto il latte non permetteva di esprimere la ricchezza dei pascoli e le varie diversità».
Poi ha concluso: «Due sono i valori connessi a questo grande evento: quello del bene comune, qual è il cibo, che noi decliniamo come buono, pulito e giusto e quello della relazionalità del territorio, inteso come locale e globale». E non si è trattenuto dal lanciare una stoccata al primo cittadino albese Carlo Bo, di cui ha lamentato (con dispiacere) l’assenza, sostenendo che «non è questo il modo di legare dei territori che hanno tante potenzialità».

Valter Manzone

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