Monta la rabbia ad Asti per l’annullamento del palio

Palio di Asti, fantino cade e viene ricoverato in ospedale
Foto di repertorio

ASTI Anche quest’anno non si correrà il Palio di Asti. A comunicarlo ufficialmente, con una lettera scritta a mano e inviata a tutti i rettori dei borghi e dei comuni, è stato il sindaco di Asti, Maurizio Rasero. Nella lettera Rasero spiega i motivi che l’hanno portato alla decisione: «Le troppe incertezze dovute all’evoluzione del quadro epidemiologico che impedisce di sapere oggi quello che ci troveremo ad affrontare fra cinque settimane e i forti dubbi sulla buona riuscita della nostra festa, privata di numerosi suoi aspetti ed elementi irrinunciabili hanno fatto maturare in me la convinzione che sia giusto andare in questa direzione».

Nonostante le prime prove e le prime monte da parte dei fantini avvenute una settimana fa nello stadio cittadino, tanta era l’incertezza da parte di tutto il mondo del Palio sulla gara. Rasero dopo aver incontrato i rettori, essersi confrontato con la Giunta, la Prefettura e tutto il mondo che ruota intorno al Palio, ha preferito non rischiare e annullare la manifestazione che si sarebbe dovuta tenere il 5 settembre.

Palio di Asti, fantino cade e viene ricoverato in ospedale
Foto di repertorio

Ad Asti monta la rabbia per questa decisione. Parole che lasciano tra i rettori degli interrogativi aperti. «Siamo dispiaciuti, rimaniamo fermi per un altro anno. Ci abbiamo messo tutto l’impegno possibile, nei nostri comitati e per collaborare con l’amministrazione comunale», commenta Marco Scassa (Don Bosco). «Cercheremo di ripartire ancora una volta, il Palio non finisce qui».

«Eravamo pronti a vivere la nostra festa e ci abbiamo creduto fino all’ultimo», dice Giovanni Binello (Viatosto). «Capiamo tutto, anche la necessità di arrivare a compromessi perché siamo tutti d’accordo che la salute venga prima di tutto. Per questa ragione sono mesi che lavoriamo per organizzare una manifestazione in piena sicurezza, nel rispetto di tutti i canoni richiesti, esattamente come abbiamo già fatto per stima, Palio, prove allo stadio. A un mese dalla festa, quando tutto è in moto e si sono appena svolte regolarmente le prove allo stadio, un no secco è difficile da digerire».

Giorgia Mancone (San Paolo): «Il lavoro fatto è stato tanto, solo per il corteo abbiamo lavorato a tre protocolli diversi, pronti anche per ragioni di sicurezza a sfilare solo nel catino di piazza Alfieri e a ranghi ridottissimi. Mi sento anche di chiedere scusa a tutto l’indotto, albergatori, ristoratori, commercianti, che gravita intorno ai comitati. E poi ai fantini, abbiamo disatteso le loro aspettative e il lavoro svolto fino a oggi».

Luca Perosino (Torretta) è uno dei nuovi rettori che non ha ancora potuto correre un Palio: «Vorrei solo capire al di là di quello che c’è scritto nella lettera cosa alla fine, nel concreto, sia stato determinante per prendere la decisione di non correre».

I consiglieri di minoranza astigiani dicono: «Ora che la speranza si è infranta con un Whatsapp inviato ai rettori resta la frustrazione di tanta gente (borghigiani, sfilanti, costumisti, cavallanti e fantini) che ha buttato di nuovo mesi di impegno e lavoro, mentre la nostra storica manifestazione rischia di morire. Il Palio, diranno i benpensanti, non è essenziale, senza rendersi conto che gran parte della nostra vita è fatta (per fortuna) di cose non essenziali e che ragionando così potremmo chiuderci in casa a pane e acqua in attesa che la malattia scompaia. Purtroppo il rischio zero non esiste e convivere con il virus significa anche sapersi prendere le proprie responsabilità, facendo il possibile per eliminare i rischi ma consentendo che la socialità, la cultura e la condivisione di storia e valori integrino ancora le nostre vite e quella della città».                                                                                                      Paolo Cavaglià

 

 

Banner Gazzetta d'Alba