A Verduno riapre dopo mesi la terapia intensiva Covid-19

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VERDUNO All’ospedale Ferrero, nella serata di mercoledì 17 è stato intubato il primo paziente positivo, dopo mesi in cui la terapia intensiva Covid era chiusa. Si tratta di un uomo di cinquant’anni, non vaccinato.

Se per la maggior parte delle persone un ricoverato in intensiva può sembrare un cambiamento di poco conto, nella dinamica ospedaliera non è così. Come dice il direttore generale Massimo Veglio: «Tornare ad aprire l’intensiva Covid significa riattivare un reparto, con personale dedicato, e al contempo rinunciare a una o più sale operatorie, in un momento in cui cercavamo di rimetterci in pari con gli interventi in elezione e con il recupero delle liste d’attesa».

In altre parole, la quarta ondata ha delle conseguenze su tutti, non soltanto in termini di rischio di contagio, ma anche per chi magari da mesi è in attesa di un intervento non urgente che verrà ancora rinviato.

Per quanto riguarda i ricoverati Covid nei reparti ordinari, il numero è in continua evoluzione, ma se ne contano una decina. Evidente è la crescita dei contagi sul territorio: «Tre settimane fa, registravamo 35 nuovi casi ogni sette giorni, saliti a 135 nuovi casi nella settimana successiva. La scorsa settimana siamo saliti a 159 nuovi casi tra i comuni della nostra Asl: è evidente come la recrudescenza del virus sia iniziata anche nella nostra area, dove al momento non si registrano grandi focolai, ma più contagi a livello famigliare», commenta Veglio.

Francesca Pinaffo

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