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I sindaci del Moscato chiedono alla Regione Piemonte una deroga per gli abbruciamenti

Niente falò nel Roero, per San Giovanni

SANTO STEFANO BELBO È indirizzata al presidente Alberto Cirio e agli assessori Marco Protopapa, Marco Gabusi e Matteo Marnati, che si occupano rispettivamente di Agricoltura, Difesa del suolo e Ambiente, la lettera che l’Associazione Comuni del Moscato ha inviato alla Regione Piemonte. Argomento della missiva sono le misure che riguardano la limitazione delle emissioni derivate dalle combustioni all’aperto relative alla stagione invernale 2021-2022. Il divieto di combustione all’aperto di residui colturali nel periodo che va dal 15 settembre 2021 al 15 aprile 2022 complica il lavoro degli agricoltori che operano sulle colline del Moscato, i quali si rivolgono alle Amministrazioni chiedendo la possibilità di avere una parentesi temporale anche breve per smaltire i residui delle potature, derivanti da vigneti e noccioleti.

È una richiesta che il sodalizio rappresentante i 51 Comuni del Moscato ha voluto rivolgere alla Regione Piemonte, non certo come segnale di indifferenza verso l’importante tema dell’inquinamento ambientale che interessa tutti ed è ovviamente importante per la salute delle persone, ma perché si crede ci siano le condizioni per andare incontro alle esigenze dei produttori senza recare danni e senza aumentare i livelli di inquinamento. Le zone vitate di queste colline, come risaputo sono molto aperte e con bassissimo traffico veicolare, non hanno mai avuto livelli di inquinamento ambientale pericolosi o preoccupanti, soprattutto in relazione a queste lavorazioni legate alla vigna o al noccioleto, e ancor meno nella stagione invernale quando non sono previsti trattamenti fitosanitari alle colture.

La realtà dei fatti indica diverse porzioni di territorio in forte pendenza che non permette lavorazioni o manovre meccaniche, senza contare che c’è la necessità di smaltire al più presto i residui vegetali per evitare la diffusione della Flavescenza dorata e di altre malattie. Insomma, se per un breve periodo e in buone condizioni meteo ci fosse la possibilità di accendere falò controllati com’è sempre stato nella tradizione, probabilmente si potrebbe facilitare il lavoro dei contadini.

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