Danilo Rossi, prima viola alla Scala, si esibirà domani sera alla fondazione Ferrero

Il concerto è organizzato nell'ambito della rassegna Uto Ughi per i giovani

Il violista Danilo Rossi si esib

MUSICA La rassegna Uto Ughi per i giovani, organizzata dall’associazione Toscanini di Savigliano in collaborazione con la fondazione Ferrero, proseguirà domani sera, martedì 30 novembre alle 21, nell’auditorium di strada di Mezzo, con il concerto “Omaggio al cinema italiano: da Morricone a Bacalov”.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione allo 0173-29.52.59. I brani saranno eseguiti dal violista Danilo Rossi, accompagnato al pianoforte e alle tastiere da Stefano Nanni. Rossi è, dall’età di vent’anni, la prima viola solista dell’orchestra della Scala di Milano. Attualmente insegna al conservatorio della Svizzera italiana e all’accademia Perosi di Biella.

Nanni, musicista eclettico, è pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Nel 2011 e nel 2018 ha vinto il premio Tenco come miglior arrangiatore e ha partecipato a tre edizioni del festival di Sanremo come direttore d’orchestra e arrangiatore.

Rossi, che concerto ascolterà il pubblico albese?
« I brani proposti saranno prevalentemente di Ennio Morricone, Nino Rota e Luis Bacalov. Tenteremo di proporre un percorso simpatico e bello su temi riconoscibili dal grande pubblico, per cercare di raccontare con la viola qualcosa che, di solito, come strumento non è abituata a fare. Il suo ruolo è quasi sempre secondario, ma in realtà si adatta a tutto».

Lei quando ha iniziato a suonare questo strumento?
«Quando avevo cinque anni iniziai con il violino e, verso i quattordici, con la viola, grazie all’intuizione del mio maestro. Da allora l’ho mai più abbandonata».

Il festival Uto Ughi per i giovani ha anche l’obiettivo di avvicinare i giovani alla musica. Come si può raggiungere, secondo lei, questo scopo?
«Per andare incontro alle nuove generazioni bisogna fare attenzione a come ci si pone e presenta. Nei miei concerti, ad esempio, sono solito alternare l’esecuzione dei brani con storie raccontate. In questo, Nanni è più bravo di me, sa coinvolgere il pubblico. Durante la serata alla fondazione Ferreo ci sarà spazio per le chiacchiere e i racconti su Morricone e Rota, straordinari nel narrare le immagini dei film con le note delle loro composizioni. Ancora oggi, mi emoziono quando eseguo capolavori che hanno segnato la mia gioventù. Il suono della viola di Dino Asciolla in Marco Polo, di cui Morricone compose la musica, mi convinse a seguire quella strada. Forse, addirittura, più di tante sinfonie. Una colonna sonora scritta in un certo modo rimane nell’immaginario collettivo per più tempo».

Recentemente ha inviato una lettera ad Aldo Cazzullo del Corriere della sera in cui evidenziava come, in un’estate di successi sportivi, fosse seguito un autunno altrettanto ricco di soddisfazioni in campo musicale. Dal secondo e quinto premio al concorso pianistica Chopin di Varsavia con Alexander Gadjiev (ventisette anni) e Leonora Armellini (ventinove); al concorso violinistico Paganini di Genova, dove il ventenne Giuseppe Gibboni ha vinto il primo premio assoluto – non accadeva da ventiquattro anni – fino al secondo posto come miglior orchestra del mondo ottenuto dall’Accademia bizantina ai Grammy. Il tutto, però, nell’indifferenza di mass media e politici. Si è chiesto: «Quindi in realtà siamo il terzo mondo culturale?». Che reazione c’è stata?
«Quella lettera è girata ovunque, credo abbia fatto un bel casino. Ha intercettato il bisogno di tanta gente che voleva dire: “Italia, ricordati anche di noi musicisti. Soprattutto se vinciamo qualcosa”. La domanda che ho posto è provocatoria, ma davvero mi chiedo se il nostro possa essere ancora considerato il Paese della cultura se certe notizie non interessano. È positivo il fatto che, dopo la pubblicazione, siano seguite molte autocritiche. A cominciare da Mattarella, che ha convocato Gibboni al Quirinale. L’Ansa, il veicolo più importante del giornalismo italiano, in realtà aveva dato la notizia: gli organi di informazione, però, non l’hanno rilanciata. Il problema, allora, è di chi non scrive queste cose, manca proprio l’abitudine a seguirle. Allo stesso tempo, anche le grandi personalità della musica dovrebbero avere il coraggio di farsi avanti e dire ad alta voce: “Guardate, abbiamo appena fatto tutto questo!”».

Tutto sta nella mancanza di investimenti nel mondo culturale?
«Questo è il ritratto più prepotente della situazione. Destiniamo lo 0,27 per cento del Pil alla cultura, mentre la Francia l’1,5. Partiamo, così, già da un enorme svantaggio».

I prossimi concerti della rassegna Uto Ughi per i giovani saranno sabato 11 dicembre, con il quartetto Canavèis an brass e alcuni componenti dell’Orchestra sinfonica della Rai; martedì 14 con i solisti della Scala di Milano; martedì 21 con il concerto per il sostegno dei giovani talenti italiani e martedì 11 gennaio con Uto Ughi e il vincitore del premio Paganini, Giuseppe Gibboni. Gli appuntamenti dell’11 e 12 dicembre saranno al santuario Nostra signora del popolo di Cherasco, quello del 14 in San Domenico e dell’11 alla fondazione Ferrero. I biglietti per Cherasco si acquistano alla tabaccheria di Ezio Dogliani (0172-48.77.42), mentre quelli per il San Domenico alla sede Egea.

Davide Barile

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