Gli abiti usati possono rinascere

Gli abiti usati possono rinascere
Le ideatrici della start-up Elena Ferrero e Sara Secondo.

MONTEU ROERO Dal primo gennaio è obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili. «È un bel passo avanti, ma bisogna essere cauti a esultare», commenta Elena Ferrero, imprenditrice monteacutese che, insieme a Sara Secondo, ha fondato nel 2020 Atelier riforma, una start-up innovativa a vocazione sociale. «Oggi meno dell’uno per cento di tutto il materiale tessile prodotto viene riciclato in nuovi capi d’abbigliamento. Se pensiamo che ogni anno vengono prodotti più di 100 miliardi di nuovi capi si capisce l’entità del problema», prosegue Ferrero.

Rendere la moda sostenibile è l’idea su cui si fonda l’impresa delle due giovani roerine. Con Atelier riforma, Elena e Sara hanno iniziato a raccogliere vestiti usati e affidarli a una rete di sarti affinché li rendessero nuovamente indossabili. «La difficoltà legata al riciclo del tessuto sta nel fatto che tale pratica è possibile solo su determinate tipologie di materiali e su capi composti al 100% dello stesso materiale. Ogni capo misto non è quindi riciclabile», spiega Ferrero. Se il riciclo non è sempre attuabile, l’unica soluzione è il recupero del vestito attraverso la trasformazione sartoriale, che lo rende nuovamente indossabile. Una vecchia camicia da uomo può diventare una gonna, se affidata alle mani di un sarto esperto e creativo.

Nel 2020, nonostante le difficoltà della pandemia, è stata creata una rete di oltre 25 realtà sartoriali in tutta Italia, tra cui diverse sartorie sociali, che promuovono l’inclusione di persone svantaggiate, come migranti, ex detenute e donne vittime di violenza. La start-up roerina non vuole fermarsi qui. Le due giovani stanno lavorando a una tecnologia che consenta di applicare il loro modello a una scala più ampia: è in corso di sviluppo la prima tecnologia di intelligenza artificiale per la catalogazione e lo smistamento dei rifiuti tessili.

Il progetto, dal nome Re4circular, ha l’obiettivo di indirizzare il maggior numero possibile di capi usati verso impieghi sostenibili ed evitare che finiscano in discarica. Entro il 2025 in tutta l’Unione europea sarà obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili e questa tecnologia potrebbe rendere l’Italia pioniera nell’imminente cambiamento di normativa nel settore. Continua Ferrero: «Il nostro sogno? Fare in modo che nessun vestito si trasformi in rifiuto, ma venga recuperato, trasformato e rimesso in circolazione, creando valore economico e posti di lavoro».

Dopo aver depositato il brevetto provvisorio della tecnologia, Atelier riforma ha avviato lo sviluppo del prototipo a metà gennaio, in collaborazione con l’azienda tecnologica italiana Huulke. Questo anche grazie al recente aumento di capitale che la start-up ha fatto, accogliendo nella società Startupbootcamp fashiontech, uno degli acceleratori di start-up più famosi al mondo per il settore moda e tecnologie. Un ulteriore segnale di quanto il progetto sia davvero innovativo e interessante per il mercato: Atelier riforma è stata selezionata tra 177 candidati come semifinalista al Green alley award, il più prestigioso premio europeo per l’economia circolare.

Abbiamo chiesto a Elena che consiglio si sente di dare ai giovani che hanno un’idea imprenditoriale da sviluppare. «Non tenete le vostre idee nascoste. Parlatene, condividete i vostri progetti senza paura che qualcuno ve li rubi. Ciò che conta non è l’idea, ma come e se la si porta a termine. L’idea è qualcosa in continuo mutamento e non bisogna mai innamorarsi della propria visione iniziale, bensì trasformarla in risposta agli stimoli esterni, finché non diventa la soluzione migliore».

Federico Tubiello

Banner Gazzetta d'Alba