Nuovi ambulatori per la neuropsichiatria infantile: inaugurazione in via Vida ad Alba

Nuovi ambulatori per la neuropsichiatria infantile: inaugurazione in via Vida ad Alba 1

ALBA La nuova sede albese del servizio di neuropsichiatria infantile è stata inaugurata in via Vida 10, al terzo piano del complesso dell’Asl Cn2.

Si tratta di un trasferimento storico, poiché i locali situati al primo piano della palazzina in piazzetta Rubino 4B (antistante la chiesa delle Luigine in via senatore Alerino Como) hanno rappresentato per 30 anni la sede riabilitativa assieme agli ambulatori presenti attualmente all’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno e nelle nascenti case della comunità di Alba e di Bra.

I precedenti locali hanno accolto, a partire dal 1992, minori con disabilità, con bisogni speciali, con problematiche dello sviluppo di varia tipologia che necessitano, per un periodo più o meno lungo, di un percorso di valutazione, monitoraggio, supporto e presa in carico riabilitativa e abilitativa. Nella struttura lavorano, a fianco delle figure mediche, fisioterapiste, logopediste, neuropsicomotriciste dell’età evolutiva, e nell’ultimo periodo, due educatrici; allo staff si aggiungeranno presto due nuovi medici neo-assunti.

Nuovi ambulatori per la neuropsichiatria infantile: inaugurazione in via Vida ad Alba

«È un momento cruciale per il dipartimento materno-infantile» sottolinea il direttore del reparto materno-infantile Alessandro Vigo. «Si va nella direzione di portare la diagnostica e il trattamento di queste patologie all’interno della nostra Asl, un obiettivo importante per l’uniformità delle cure, per la qualità dei trattamenti e per la loro appropriatezza. Un ringraziamento alla direzione generale per questa opportunità».

«Negli ultimi anni si è assistito, a livello locale come in tutta Italia, a un rilevante incremento delle richieste di diagnosi e intervento per disturbi neuropsichici dell’età evolutiva e a un rapido cambiamento nella tipologia di utenti e famiglie e dei loro bisogni», spiega Elisa Colombi, direttrice della neuropsichiatria infantile. «In meno di dieci anni si è verificato quasi un raddoppio degli utenti seguiti nei servizi di neuropsichiatria.  Le cause stimate dell’incremento delle richieste di cure sono molteplici: una maggiore consapevolezza dei genitori, pediatri e insegnanti, che permette loro di accorgersi precocemente di segnali che indicano che qualcosa non sta funzionando nello sviluppo neuropsichico del bambino; le maggiori possibilità di sopravvivenza di neonati con situazioni di prematurità e sofferenza perinatale, grazie al miglioramento delle tecnologie e degli strumenti di cura; l’aumento dei disturbi del comportamento e la comparsa di nuove modalità con le quali si manifesta il disagio psichico, come la dipendenza da internet, l’isolamento in casa, l’aggregazione in bande, per esempio. Si assiste, inoltre, a una maggiore fragilità del sistema familiare, a più complesse richieste da parte dell’Autorità giudiziaria e a una rilevante pressione della scuola. Tale incremento appare di significativo interesse se si tiene in considerazione che la maggior parte delle patologie neuropsichiatriche dell’età evolutiva determinano un carico emotivo e assistenziale rilevante sui soggetti e sulle famiglie e richiedono, oltre alla diagnosi tempestiva, una presa in carico multidisciplinare nel tempo, con interventi complessi e coordinati che coinvolgano la famiglia e i contesti di vita, integrati in rete con altre istituzioni e con il territorio. In tale ottica – continua Colombi – appare sempre più “doveroso” sottolineare l’importanza, per i bambini e per gli adolescenti del nostro territorio, del lavoro in rete per costruire risposte adatte alle nuove esigenze, in merito alla prevenzione dei disturbi, alla cura e alla presa in carico precoce, centrata sulle famiglie e in stretta collaborazione con gli altri attori coinvolti (pediatri, medici di base, servizi di psicologia, Serd e del distretto) e non sanitari, in primis enti scolastici, sociali ed educativi. Il trasferimento della sede in locali rinnovati, ampi e luminosi, dimostra l’attenzione dell’Asl in tal senso».

«Riutilizziamo ora questi spazi, che erano rimasti vuoti con il trasferimento a Verduno, perchè – sottolinea Massimo Veglio, direttore generale dell’Asl – il nostro obiettivo è quello di creare dei punti di riferimento fisici per le persone, le cosiddette Case della comunità, ovvero delle strutture all’interno delle quali i servizi territoriali coesistano e gli specialisti collaborino, affinché i cittadini possano trovare in esse una risposta ai loro bisogni, spesso circolarmente connessi. A questo proposito un ringraziamento va, oltre che alla disponibilità dello staff della neuropsichiatria infantile, anche all’ufficio tecnico che, in breve tempo, ha adeguato i locali alla nuova destinazione. Bisogna, inoltre, sottolineare come, nonostante la popolazione più giovane impatti complessivamente in maniera minore sul sistema sanitario, gli eventi degli ultimi due anni abbiano provocato un incremento di problemi a carico dei più piccoli, che potrebbero protrarsi anche in età adulta e condizionare, in questo modo, la vita dell’individuo. Anche per questo è importante occuparsi dell’infanzia e dell’adolescenza dedicando energie e spazi adeguati».

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