Ventidue anni di carcere agli aggressori di Georgiev Gorancho

Un’intesa tra Comune di Montà e Tribunale di Asti per i lavori di pubblica utilità

ASTI Ventidue anni di carcere per ciascuno dei due fratelli romeni Adrian e Valentin Ioan Betea: la sentenza di condanna a loro carico, nell’ambito del procedimento per rissa e l’omicidio di Georgiev Gorancho, operaio agricolo macedone, di 41 anni, è arrivata dopo circa sei ore di camera di consiglio. L’uomo era stato vittima di una brutale aggressione, dopo la quale aveva trascorso quattro anni in stato vegetativo irreversibile, prima di morire. I drammatici antefatti risalgono alla rissa scoppiata a Pasquetta del 2016, tra vicini di casa, a Castiglione Tinella.

A pronunciare la sentenza è stata la Corte d’assise presso il Tribunale di Asti, presieduta dal giudice Marco Dovesi (applicato in via eccezionale in loco dopo il trasferimento alla Corte di Appello di Torino) con a latere la collega Roberta Dematteis. La Corte ha stabilito una condanna maggiore rispetto ai 17 anni chiesti dal Pm Davide Greco e ha definito una provvisionale di 240mila euro, in attesa della quantificazione, in sede civile, del risarcimento dei danni per la vedova e i 4 figli della vittima.

La famiglia di Gorancho, infatti, si è costituita parte civile con gli avvocati Gianluca Bona, Mattia Alfano e Raffaele Pellegrino. «Siamo soddisfatti del risultato, perché è una condanna giusta per i fatti avvenuti», ha commentato Bona. I legali Roberto Saraniti e Deborah Abate Zaro, difensori dei due fratelli Betea, hanno annunciato, invece, di voler fare ricorso in Appello. Condanne a 6 mesi per rissa, sono state comminate a Toni Fidanchov e Pop Bogdan Paul; assolto, invece, Daniel Leu, come chiesto dal Pm.

Un paio di testimoni (uno del Pubblico ministero e uno della difesa Betea) non sono stati creduti e si procederà contro di loro per falsa testimonianza. In precedenza, la vicenda era stata oggetto di un primo procedimento per tentato omicidio e rissa, che aveva già condannato, con rito abbreviato, i due fratelli Betea a 8 anni. Una sentenza della Corte di appello di Torino, però, aveva annullato quella di primo grado e rinviato tutto alla Procura di Asti, per rifare un nuovo processo con l’imputazione di omicidio e rissa a loro carico. Ad aprire il nuovo scenario era stato l’esito dell’autopsia, dopo la morte di Gorancho.   

Manuela Zoccola

Banner Gazzetta d'Alba