Il nuovo presidente di Slow food è Edward Mukiibi, nato in Uganda nel 1986, anno in cui Petrini a Bra fondava il movimento

BRA Il 16 luglio 2022 resterà una data impressa nella storia di Slow food. In questa giornata, il movimento della chiocciola ha organizzato a Pollenzo il suo ottavo congresso internazionale: un momento storico, di profondo cambiamento e di rigenerazione. Un passo fortemente voluto da Carlo Petrini, che questa associazione l’ha fondata più di trent’anni fa.

Oltre 50 delegati dai cinque continenti riuniti nella sede dell’Università di scienze gastronomiche hanno rinnovato il Consiglio di amministrazione, il più importante organo decisionale dell’organizzazione, affidando alla nuova leadership il compito di guidare Slow food attraverso le numerose sfide che la produzioni di cibo ci pone davanti che sono ambientali, climatiche, politiche e sociali.

Contestualmente, il Consiglio ha nominato il nuovo presidente affidando la carica di vertice a Edward Mukiibi, un giovane agronomo ed educatore ugandese, nato lo stesso anno in cui è stato fondato il movimento Slow food: il 1986, l’anno delle proteste contro l’apertura di McDonald’s a Roma. Ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Slow food dal 2014 fino a oggi.

Il nuovo presidente di Slow food è Edward Mukiibi, nato in Uganda nel 1986, anno in cui Petrini a Bra fondava il movimento

Mukiibi è nato nella zona di Kisoga, un’area distante una quarantina di chilometri dalla capitale dell’Uganda Kampala, un tempo rurale e votata all’agricoltura per via dei terreni fertili e divenuta negli ultimi decenni un importante centro di commercio. La sua famiglia gestisce da sempre una fattoria e Mukiibi ha, fin da giovane, voluto proseguire l’attività dei suoi genitori. La nomina a presidente di Slow food è il riconoscimento a un lavoro lungo anni, nel solco della sostenibilità, e simbolo della capacità e della volontà di dar forma al futuro dell’agricoltura rigenerativa.

«È il momento giusto per ricostruire, rafforzare e rinnovare. Anche le più piccole azioni messe in campo dalle nostre comunità sono portatrici di una speranza concreta e generano un impatto positivo sulle nostre vite, perché siamo una famiglia globale: ciò che riguarda uno di noi riguarda tutti, indipendentemente dalle differenze geografiche, sociali e culturali», sottolinea Edward Mukiibi. «Come Slow food, è importante essere coscienti del fatto che una piccola azione intrapresa a livello locale può avere un impatto enorme altrove. Vorrei esortare ciascuno di noi a lavorare con lo stesso spirito di resilienza dimostrato durante la pandemia, con lo stesso senso di appartenenza e solidarietà, al fine di coinvolgere sempre più persone nelle nostre attività. Lo scopo rimane lo stesso: dar vita a un sistema alimentare che garantisca cibo buono, pulito e giusto a tutti. È questo il nostro ruolo comune, abbracciamolo con convinzione».

Laureato in agricoltura e gestione del territorio alla Makerere university di Kampala (Uganda) ha conseguito il master in gastronomia all’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo: Edward Mukiibi è un educatore nel campo dell’alimentazione e dell’agricoltura ed è impegnato nella diffusione e promozione di progetti sociali in questi ambiti.

 

Il lavoro di Mukiibi, volto a promuovere un sistema alimentare sostenibile, equo e giusto, ha ottenuto diversi prestigiosi riconoscimenti: tra questi, il premio per la sostenibilità Ray Charles Black hand in the pot della Dillard university di New Orleans e una onorificenza da parte del Consiglio comunale della città di Detroit, negli Stati Uniti. Edward Mukiibi, inoltre, è stato incluso nella categoria educatori della classifica 50 Next awards dalla rivista Forbes, che ha individuato gli under 35 anni che stanno plasmando il futuro della gastronomia.

Il Consiglio di amministrazione di Slow food

Il Congresso ha rinnovato anche il Consiglio di amministrazione di Slow food. Ne fanno parte sette persone, quattro donne e tre uomini provenienti da diversi angoli del mondo, un gruppo che è il riflesso della ricca diversità che da sempre contraddistingue il movimento: Marta Messa, segretario generale; Richard McCarthy (Stati Uniti d’America); Dali Nolasco Cruz (Messico); Jorrit Kiewik (Paesi Bassi); Megumi Watanabe (Giappone); Francesco Sottile (Italia); Nina Wolff (Germania). Del Consiglio di Amministrazione fa parte il presidente, Edward Mukiibi, mentre Carlo Petrini è membro di diritto in qualità di fondatore.

Le mozioni presentate

Durante i lavori sono state presentate diverse mozioni, frutto del percorso di confronto tra gli esponenti del movimento Slow food nel mondo in vista del Congresso, consegnate alla nuova dirigenza affinché si faccia carico della loro attuazione durante il proprio mandato. Tra i documenti presentati, in particolare: l’impegno a denunciare ed eliminare il razzismo intrinseco nelle nostre società, mozione presentata dalle Americhe e Caraibi; il ruolo che le donne possono svolgere nel rigenerare il sistema alimentare, come cuoche, produttrici o consumatrici, proposta dal Collettivo femminista dell’America Latina; la difesa della terra dall’accaparramento, dell’acqua e dei semi dalle mire delle multinazionali dell’agribusiness, un tema particolarmente sentito dalle reti del ConoSur che uniscono le comunità di Cile, Argentina e Uruguay; insiste sul tema dell’educazione come strumento essenziale per difendere la nostra salute e quella del pianeta la rete Slow food nei Caraibi; mentre la Alice Waters, vicepresidente nel precedente mandato, propone di estendere a livello globale il progetto School supported agriculture, sottolineando il ruolo che possono avere le scuole nella scelta dei canali di approvvigionamento delle materie prime per la preparazione dei pranzi scolastici: le scuole potrebbero essere infatti promotrici di quei cambiamenti che Slow food auspica da 35 anni semplicemente sostenendo l’economia dei piccoli produttori e della terra di cui hanno cura attraverso le pratiche rigenerative applicate; dallo Slow food youth movement arriva la richiesta di un maggiore protagonismo proprio dei giovani come motore della transizione alimentare; Slow food Cile si presenta al Congresso con due mozioni per la promozione di un’economia di solidarietà con l’obiettivo di garantire la sovranità alimentare a favore delle famiglie e delle comunità produttrici.

Banner Gazzetta d'Alba