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Ondate di calore e giorni estivi in aumento, la salute è in pericolo

27 giugno 2019: il giorno più caldo in assoluto degli ultimi 62 anni

CLIMA Ondate di calore, periodi di caldo intenso, temperature medie e giorni estivi, sono questi i termini con cui si fanno i conti ogni estate, ma i bollettini del Ministero della salute, negli ultimi anni, hanno fotografato una situazione preoccupante.

Nelle ultime settimane l’Italia è stata investita da forti ondate di calore. Il 25 luglio scorso, diciannove delle ventisette città monitorate presentavano un livello di rischio elevato (livello 3). La situazione è pericolosa soprattutto per le persone più fragili come anziani e bambini, ma dannosa per la salute di tutti.

Negli ultimi anni il fenomeno delle ondate di calore è diventato sempre più rilevante. Soprattutto nel meridione si è registrato un aumento consistente. «Le ondate di calore  si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione», ha spiegato il Ministero della salute. Il fenomeno può essere ricondotto al cambiamento climatico, responsabile dell’aumento delle temperature medie e dell’intensificarsi dei periodi di forte caldo. Le ricadute sul benessere della popolazione sono significative.

I rischi per la salute determinati dal forte caldo sono molteplici: dalle insolazioni causate dall’esposizione prolungata a radiazioni solari intense alla disidratazione, una condizione molto pericolosa che causa malfunzionamenti dell’organismo. Non si deve dimenticare che può determinare anche crampi, edemi, congestioni e influire sulla pressione arteriosa, causare stress, malessere e aggravare le condizioni di patologie preesistenti.

L’indice di durata dei periodi di caldo indica per definizione il numero di giorni nell’anno in cui la temperatura massima è superiore al 90° percentile per almeno sei giorni consecutivi. Nel 2021 ne sono stati registrati quattordici, leggermente meno rispetto ai diciassette dell’anno precedente. Tuttavia sono valori decisamente più elevati rispetto a quelli medi registrati tra il 1981 e il 2010 (periodo climatologico di riferimento). È la Calabria la regione ad essere maggiormente colpita, con 28 periodi di caldo intenso registrati nel 2021, ventuno in più rispetto al 2019. Particolarmente colpite anche altre regioni del meridione come Puglia con 25 periodi, Campania con 24.5 e Abruzzo e Basilicata con 24. I valori del nord Italia hanno registrato un graduale calo e quelli del centro sono rimasti invariati.

Se considerato il nord ovest, i periodi di caldo sono stati sedici nel 2012, sette nel 2013, quindici nel 2014, trentacinque nel 2015, diciotto nel 2016, ventotto nel 2017, ventisette nel 2018, ventisei nel 2019, ventidue nel 2020 e solo sei nel 2021.

Nonostante l’apparente miglioramento, si tratta di una diminuzione relativa, poiché il dato rappresenta sempre un’anomalia rispetto al periodo climatologico di riferimento. Ad aumentare sono in particolare i cosiddetti detti giorni estivi, le giornate in cui la temperatura supera i 25°C. Inoltre, meno periodi non indicano una minore incidenza di calore in generale: si potrebbe infatti trattare di periodi più intensi o più lunghi.

Rimangono alte anche le temperature medie. Tra il 2012 e il 2021 le temperature medie nei paesi dell’Unione europea si sono attestate a quasi 2°C al di sopra dei livelli pre-industriali. A essere particolarmente esposti all’aumento delle temperature sono i centri urbani. Traffico, mancanza di verde e suolo consumato sono fattori che facilitano l’intensificarsi del caldo. A farne le spese maggiori sono Perugia con un aumento di 2.1°C e Roma con 2°C rispetto ai valori registrati tra il 1971 e il 2000. La differenza è rimasta sotto a 1 solo in sei comuni: Genova, Potenza, L’Aquila, Ancona, Bari e Palermo. Torino ha registrato un aumento di 1.7°C.

Elisa Rossanino

 

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