Ultime notizie

Abitare il piemontese: la parola della settimana è gram

Malvagio, cattivo, sgradevole; scadente, inaccettabile ai sensi umani.

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 23

ABITARE IL PIEMONTESE Tra migliaia di aggettivi piemontesi ce n’è uno utilizzato quando ci troviamo di fronte a qualcosa o qualcuno di sgradevole. La parola di questa settimana è gram (grama al femminile). Una sola sillaba che stronca definitivamente l’oggetto in questione in un batter d’occhio e senza perder tempo. L’utilizzo di gram è riferito a un insieme di entità abbastanza vasto: dal sapore inaccettabile di un cibo al carattere di una persona maligna, da un odore acre, fino a una merce reputata avariata o scadente, quindi non più buona per il commercio.

Come abbiamo già visto in altre disamine, sebbene la lingua piemontese sia dichiaratamente neolatina, tra le sue proprietà c’è anche quella di vantare etimologie acquisite da altre lingue. È il caso di gram, che pare preso a prestito tale e quale dal provenzale, a sua volta dal germanico con valore negativo di sentimenti e di materiali. Allo stesso modo, in lingua araba c’è un’espressione decisamente assonante che descrive qualcosa di illecito, proibito, peccaminoso, la cui pronuncia è haram. È nota a tutti una famosa erba perenne strisciante e radicante, utilizzata per foraggio o tisane, ma anche infestante e difficile da estirpare del tutto. Sebbene il suo nome scientifico sia Cynodon dactylon, quello piemontese è gramon, la gramigna, parola ispirata a gram per il suo atteggiamento naturale raramente collaborativo con l’uomo.

Tornando alla parola di oggi, esiste anche il sostantivo gramissia. Già Dante utilizzò il lemma gramezza per intendere cattiveria, malvagità. Ci sono modi di dire piemontese, la cui origine la dice lunga sulla storia del territorio e sulla povertà che ha attraversato. Per esempio fè na vita grama, significa condurre una vita impietosa oppure dire che qualcuno è gram paid ȓa pest, cattivo come la peste. Il non plus ultra del disprezzo umano, tanto estremo da risultare ironico, è rappresentato da una perifrasi proverbiale che giudica un individuo gram paid ȓa merda dij Carabigné per cui la traduzione risulta superflua.

Paolo Tibaldi

Banner Gazzetta d'Alba