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Abitare il piemontese: la parola della settimana è Arviȓesse

Ribellarsi, rivoltarsi contro, reagire istintivamente e fisicamente; rigirarsi, voltarsi indietro; cambiare parere.

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 2

ABITARE IL PIEMONTESE Le sale d’attesa sono luogo d’ispirazione. Può succedere di trovarcisi per diversi motivi più o meno gioiosi – dipende da cosa si aspetta – e ci si può imbattere in varia umanità, intrattenendosi con perfetti sconosciuti che hanno piacere di raccontare. Qualche settimana fa mi  trovavo appunto nella sala d’aspetto del pronto soccorso; un’anziana signora, dopo diverse ore di attesa, sentendosi trascurata dal personale sanitario, ribadisce il suo dolore al braccio a un infermiere di  passaggio. Era evidente la provenienza rurale della donna, dunque la sua probabile inclinazione a parlare più facilmente il piemontese che non l’italiano. Le è stato chiesto qualcosa in più a proposito del suo dolore, così la sventurata ha dato una garbatissima risposta con una nota di piemontese italianizzato: «Stavo medicando il mio cane in cortile, lui si è arvirato e mi ha morsicato tutto il braccio».

Ecco perché la parola di oggi è il verbo arviȓesse. I suoi significati spaziano, ma l’inequivocabile frase della signora permette di capirli anche a chi non “mastica” il piemontese: ribellarsi, rivoltarsi, reagire malamente, scagliarsi contro qualcosa. La parola arviȓesse prende comunque origine dal latino volgare, quello parlato dal volgo, il popolo, sebbene oggi si fraintenda volgare con triviale. L’espressione di riferimento è re-virare; il significato letterale è “voltare nuovamente, ri-girare”. Anche rivoltare infatti è un verbo italiano che trae le mosse dallo stesso etimo. Le parole creano immagini precise e arviȓesse rende quasi visibile il voltarsi del collo di una persona o un animale per raggiungere qualcosa con veemenza, aggredire ritorcendosi dalla direzione precedente, a fronte di una provocazione: una persona che viene offesa o fatta arrabbiare, un animale che viene guidato per tornare indietro poiché fuggito dal recinto. Arviȓé në s-giaflon, significa girare un impetuoso e concretissimo ceffone. C’è poi quel modo di dire dove a rigirarsi non è soltanto il collo ma figurativamente sono ij dent, ij barˆbis, o sango (i denti, i baffi, il sangue), o quando addirittura si finisce per cambiare idea.

Paolo Tibaldi

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