1.805 persone sono state aiutate in un anno da Caritas Alba

Lavoratori stagionali ad Alba: container chiusi e don Gigi continua l’impegno 1

IL PUNTO Il quadro generale porta alla luce una situazione lievemente migliorata nell’ultimo periodo, eppure ancora critica rispetto al periodo precedente alla pandemia. Soprattutto, il tessuto socioeconomico necessita di un monitoraggio per i prossimi mesi, quando gli effetti del caro energia potrebbero manifestarsi in modo evidente per chi in questo momento è in difficoltà.

Venerdì scorso, nel Seminario vescovile, la Caritas albese ha presentato il report annuale sulla situazione territoriale in termini di richieste di aiuto e di interventi, per comprenderne l’andamento e l’evoluzione nel corso del tempo. Uno sguardo concreto, elaborato dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse, che si è concentrato sul periodo tra settembre 2021 e agosto 2022. I dati sono stati commentati da don Mario Merotta, direttore della Caritas, e da fra Gabriele Dell’Acqua, responsabile dell’Osservatorio diocesano.

Spiega quest’ultimo: «Dopo le fasi più difficili del Covid-19, che ha inciso in modo evidente sul benessere di persone e famiglie anche sul nostro territorio, si prospettava un lento ritorno alla normalità; così non è stato, a causa dell’incombente rincaro dell’energia, di cui probabilmente vedremo tutti gli effetti tra qualche mese».

In soccorso ai più deboliLa Caritas ha analizzato i dati riferiti a coloro che si sono presentati nei Centri di ascolto diocesani: sono stati tralasciati gli utenti presi in carico, ma che non si sono più presentati nel corso del periodo. Così, emergono 1.287 schede aperte, di cui 657 sono state aggiornate nel corso di quest’anno: vuol dire che 1.805 persone negli ultimi dodici mesi non avrebbero potuto sbarcare il lunario senza l’intervento della Caritas. Aggiunge Dell’Acqua: «Per quanto riguarda le schede non aggiornate, potrebbe trattarsi di persone la cui situazione di emergenza è rientrata o che si sono trasferite altrove: esiste anche quella che potremmo definire “povertà grigia”, riferita a individui che non sono benestanti, ma nemmeno così in difficoltà dai rivolgersi in maniera costante ai servizi».

Rispetto allo stesso periodo del 2020-2021, si è registrato un decremento dell’affluenza pari al -18,8 per cento, che corrisponde a 157 richieste di aiuto in meno. Ma, se si considera che il periodo ha rappresentato un forte scombussolamento a causa del Covid-19, è importante il paragone con il 2019: a emergere in questo raffronto è un incremento del 16,9 per cento rispetto alla fase storica prepandemica, segno che le criticità non sono ancora rientrate.

Per quanto riguarda la tipologia di persone che si sono rivolte ai centri di ascolto, il 30 per cento è rappresentato da utenti singoli, mentre 16 su cento sono nuclei con due componenti, il 17 per cento con tre e il 37 per cento con più di tre familiari. Nel 51 per cento dei casi, poi, si tratta di famiglie con almeno un minorenne.

«L’età è un altro aspetto interessante su cui riflettere: la fascia che nell’ultimo anno ha chiesto maggiormente aiuto è quella tra 25 e 45 anni, che ha rappresentato il 49 per cento dei casi seguiti. Si tratta pertanto di un’utenza giovane: anche in questo caso ci troviamo di fronte a una tendenza emersa con la pandemia», commenta il referente dell’Osservatorio.

A livello di nazionalità, poi, si torna a una situazione in linea con il 2019, salvo per la presenza eccezionale di ucraini, che ha visto la Caritas in prima linea: fino al mese di settembre di quest’anno, sono 49 le famiglie che si sono presentate ai centri di ascolto, per un totale di 120 persone, il 7 per cento sul totale dei registrati nel periodo considerato.

Interventi concreti per circa 274mila euro nei centri di ascolto diocesani

Se si guarda all’aspetto economico, da settembre 2021 ad agosto 2022 i centri di ascolto della Caritas diocesana hanno realizzato interventi per un totale di 273.761 euro, il 21 per cento in più rispetto all’anno precedente. L’area che ha richiesto l’importo più elevato riguarda il pagamento delle utenze, pari a 59mila euro, il 21,6 per cento delle uscite, con una diminuzione rispetto al 2021. Risulta essere in crescita la voce relativa agli affitti, il secondo impegno più consistente, con 49.660 euro di budget. Seguono le voci relative a contributi economici generici, farmaci o spese mediche, ma anche per cibo e scuola. Un capitolo a parte riguarda l’emporio della solidarietà Madre Teresa di Calcutta, promosso e sostenuto dalla Caritas albese: una realtà che ogni mese distribuisce quattro tonnellate di cibo. Nel periodo analizzato, si sono recati all’emporio 531 nuclei, per un totale di 1.567 componenti, di cui fanno parte anche 480 minori.

Spiega fra Dell’Acqua: «Nella maggior parte dei casi l’urgenza è la casa, insieme al pagamento di bollette»

Elisa Boschiazzo
Elisa Boschiazzo

La condizione abitativa è un punto fondamentale delle difficoltà di chi si trova in condizioni di povertà: «Su questo tema, non possiamo presentare analisi mirate, dal momento che nel 58 per cento delle schede questo dato non è indicato. Ma senza dubbio la maggior parte dei nostri utenti è in affitto, anche con riferimento a singoli posti letto. Spesso le persone si presentano ai centri di ascolto Caritas con bollette molto elevate, che non riescono a sostenere», prosegue fra Gabriele Dell’Acqua.

Solo il 2 per cento racconta di vivere in un’abitazione propria e un altro 2 per cento si dichiara senza fissa dimora. Di difficile interpretazione risulta il dato sulla condizione occupazionale, dal momento che nel 65 per cento dei casi non è specificato nelle schede. Più chiara è invece la voce relativa alle problematiche denunciate da chi si rivolge ai centri di ascolto: la maggior parte, il 48 per cento degli utenti, si trova ad affrontare notevoli problemi finanziari.

«Parliamo di una quota di persone già elevata prima della pandemia, ma che negli ultimi tre anni ha subito un incremento del 9,4 per cento: l’anno che verrà potrebbe vedere una crescita ulteriore di questo dato, che forse è persino già superato oggi, dal momento che nell’ultimo mese il costo della vita ha registrato un notevole aumento. Pertanto, sarà importante un monitoraggio attento, così come lo sviluppo di percorsi capaci di andare oltre al sostegno economico e all’assistenza materiale», dice ancora fra Gabriele.

Riguardo alle altre problematiche denunciate, nel 24 per cento dei casi emerge la questione del lavoro, mentre 8 utenti su cento segnalano criticità a livello di salute, per poi proseguire con quote più basse relative a dipendenze, problemi familiari, immigrazione e altri elementi di fragilità.

In prima linea sul tema della povertà e del disagio sociale, c’è anche il consorzio socioassistenziale Alba, Langhe e Roero, oltre che il Comune. Per il primo, a tracciare un quadro è il direttore Marco Bertoluzzo: «Rispetto alla Caritas, che agisce maggiormente sull’emergenza, il nostro è un ente pubblico, con procedure di verifica e paletti più stretti. Lavoriamo sui singoli aiuti, ma anche su progetti in grado di accompagnare la persona o la famiglia verso il superamento delle situazioni di criticità momentanee o durature. Ciò che abbiamo notato nell’ultimo periodo è un incremento dell’assistenza economica pari al 15 per cento, che per il momento non è allarmante». Bertoluzzo solleva anche un altro tema: «Sono aumentate di molto le tensioni familiari e ce ne rendiamo conto in primo luogo dalle segnalazioni ricevute dal Tribunale di Asti, anche con riferimento a famiglie benestanti: la crisi porta con sé un senso di smarrimento e di ansia, che spesso si concretizza in una maggiore “rabbia familiare”, ancora prima di arrivare a ricadute concrete in termini economici».

Sul tema, abbiamo sentito anche Elisa Boschiazzo, assessora albese alle politiche sociali: «In generale, non ci spaventa tanto il periodo attuale, ma ciò che accadrà nei prossimi mesi, verso i giorni di Natale, quando i costi di energia e gas potrebbero avere un impatto molto forte sulle famiglie già in difficoltà. Come Comune, abbiamo destinato 400mila euro in due tranche per il bando sugli affitti e la tassa sui rifiuti, anche ampliando la fascia Isee richiesta: valuteremo l’evoluzione della situazione, per capire come muoverci con altre iniziative, se sarà necessario».  

Banner Gazzetta d'Alba