Il cinghiale vien di notte: eccolo in località Rivoli

Il cinghiale vien di notte: eccolo in località Rivoli 1

ALBA La prevenzione dei danni causati alle colture dagli animali selvatici parte dall’Atc (Ambito territoriale di caccia) Cn4, che in questi giorni rinnova il suo direttivo. La Cn4, spiega uno dei consulenti, «fornisce in prestito d’uso a oltre 400 aziende agricole uno strumento elettrico, un filo a basso amperaggio, non pericoloso, da mettere attorno al fondo, in grado di far spaventare gli animali».

Ogni giorno, anche ad Alba, i cinghiali si avvicinano alle case e alle aree verdi, con rischi per l’incolumità delle persone. Le segnalazioni sono in aumento così come la paura e l’Atc spiega che anche in ambito urbano sono possibili interventi di contenimento. «Uno dei motivi per cui i cinghiali si sono spostati in basso è dato dal fatto che ad Alba ci sono circa seimila ettari nelle zone di ripopolamento e cattura che sono precluse alla caccia. La legge 157/1992 prevede tali zone e all’epoca abbiamo scelto l’area lungo il Tanaro perché più facile da controllare» chiariscono dall’Atc.

Per fare degli interventi mirati di contenimento occorre sapere come e dove agire, con un enorme lavoro di censimento dei capi effettuato dai volontari Atc. Un tempo, di notte, si usavano dei fari per scorgere i movimenti degli animali, ora la tecnologia ha realizzato nuovi strumenti, più efficaci e in grado di non arrecare disturbo ai residenti.

Matteo Martinoglio, rappresentante per il Nord Italia della Leica, azienda specializzata negli strumenti ottici, ne spiega il funzionamento: «È una telecamera termica in grado di rilevare la presenza di un corpo caldo, come un animale, anche a tremila metri di distanza. Intorno ai settecento metri si riesce a riconoscere chiaramente se è un cinghiale o un capriolo. Rispetto ad alcuni anni fa, ora è possibile distinguere ogni dettaglio, anche il sesso dell’animale. La visuale non cambia di giorno o di notte. Molti corpi forestali li hanno in dotazione».

Per vedere il funzionamento siamo andati insieme ai consulenti dell’Atc nelle colline attorno ad Alba. Muovendosi a non più di un chilometro dagli ultimi palazzi dell’abitato albese, in località Rivoli, tra le cascine Sorito e Casa vecchia, troviamo un buon punto di osservazione. Sull’altro versante ci sono dei noccioleti e, in alto, un’abitazione. È buio pesto, a occhio nudo si distingue soltanto la sagoma dell’edificio.

Puntando la telecamera cambia tutto: si notano i dettagli degli alberi, in grigio sullo sfondo bianco. Circa 200 metri sotto la casa, la scoperta: vediamo delle sagome nere, sono i cinghiali. Ne contiamo ventidue, qualcuno pascola, altri riposano e altri scorrazzano. Ora, in lontananza, sentiamo anche i loro grugniti. Le immagini di questa pagina sono state scattate durante l’appostamento. Ci dirigiamo verso l’alto, poco prima che la strada si ricongiunga alla provinciale. Le luci di Alba abbagliano, ma, puntando la telecamera verso i terreni sottostanti, notiamo un cinghiale solitario. Più in su, cinque caprioli: uno è rivolto nella nostra direzione, attratto dalle voci distanti. Nella scarpata, l’occhio allenato di Martinoglio nota anche una lepre.

Ultima tappa, tra Santa Rosalia e Castelgherlone: anche qui vediamo due gruppi di cinghiali, una decina in tutto. In linea d’aria, siamo davvero a poca distanza da San Cassiano.

Davide Barile

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