La Parola, acqua che estingue ogni sete per sempre

La Parola, acqua che estingue ogni sete per sempre
La Samaritana al pozzo, particolare di mosaico nella chiesa di sant’Apollinare nuova a Ravenna.

PENSIERO PER DOMENICA – TERZA DI QUARESIMA – 12 MARZO

Per la 3° domenica di Quaresima, abbiamo tre pagine ricchissime di spunti e di problematiche quali il miracolo di Massa e Meriba, in cui Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia (Es 17,3-7), il richiamo di Paolo alla gratuità della salvezza e del dono dello Spirito (Rm 5,1-8) e l’intrigante incontro tra Gesù e la Samaritana (Gv 4,5-42). L’acqua è infine un chiaro richiamo al battesimo.

La Parola, acqua che estingue ogni sete per sempre
La Samaritana al pozzo, particolare di mosaico nella chiesa di sant’Apollinare nuova a Ravenna.

La sofferenza per mancanza d’acqua unisce gli Israeliti nel deserto, la donna di Samaria costretta a fare un lungo tratto di strada sotto il sole per procurarsela e lo stesso Gesù, costretto a mendicare un sorso. Noi oggi, in piena emergenza siccità, giustamente preoccupati, siamo nelle condizioni ideali per capire perché nella Bibbia l’acqua sia il dono di Dio per eccellenza. Tutto ciò che ci dà vita è dono, a cominciare dalla vita stessa: la vita fisica, spirituale e quella eterna. Anche lo Spirito santo – il dono più importante, perché è presenza di Dio in noi, ma il più difficile da capire – è spiegato da Paolo con l’immagine dell’acqua: «Riversato nei nostri cuori».

Per capire la bellezza dell’incontro tra Gesù e la Samaritana bisogna rifarsi alla storia di Israele. I samaritani erano considerati eretici dai giudei. Gesù, dialogando con la donna, rompe almeno due tabù: quello che vietava a un uomo e una donna, da soli, di parlarsi e il superamento della contrapposizione giudei-samaritani. Questa era cresciuta al punto che, al tempo di Gesù, “samaritano” era sinonimo di indemoniato, come rivela l’accusa a Gesù di Gv 8,48: «Tu sei un samaritano e un indemoniato». Gesù rompe le barriere e parla apertamente con la donna. La salvezza di Gesù è per tutti, anche per i lontani, non ha confini, accorcia le distanze.

Più difficile per Gesù è superare le resistenze della donna. Egli non raccoglie la provocazione: «Come mai, tu che sei giudeo, chiedi da bere a me samaritana?». Sa che la sfacciataggine spesso nasconde sofferenza. E alza il piano del discorso: «Se conoscessi il dono di Dio e chi è che ti chiede “dammi da bere” tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». La donna intuisce che Gesù ha un segreto importante e che si vanta di poter attingere, a mani nude, da un pozzo di quaranta metri! Ma Gesù aggiunge: «Chiunque beve di quest’acqua avrà ancora sete, ma chi beve dell’acqua che io darò non avrà sete in eterno». Non disprezza, anzi chiede la nostra acqua, ma promette di meglio. Questo è ciò che succede a chi, incontrando Gesù, lo lascia entrare nella sua vita, lascia che la sua Parola scavi dentro. Anche in Quaresima.

 Lidia e Battista Galvagno

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