SOSTENIBILITÀ: RIPARTIRE DA TARANTO Presentato ieri, lunedì 8, in Banca d’Alba, il testo qui pubblicato che, sulla scia delle encicliche di Francesco e della 49ª Settimana sociale dei cattolici, propone a parrocchie, enti e comunità locali iniziative come la Cers e uno stile di vita rispettoso del Pianeta. Il dibattito con Michael Isnardi (Pastorale sociale), don Valerio Pennasso (fondazione Santi Lorenzo e Teobaldo), Roberto Cavallo (Erica), Tino Cornaglia (Banca d’Alba), Ezio Raviola (Crc) e il vescovo Marco Brunetti
Il documento
La lettera del vescovo Marco invita tutta la comunità a convertirsi alle buone pratiche
Carissimi fratelli e sorelle, sacerdoti, diaconi e religiosi/e, la transizione sostenibile delle azioni che l’uomo compie su questa Terra è una delle sfide più urgenti del nostro tempo, di cui s’è occupata la 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani (Taranto, 21-24 ottobre 2021), che aveva per tema “Il Pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso”.
Alla luce della dottrina sociale della Chiesa e dell’enciclica Laudato si’, la Settimana sociale di Taranto ha accolto l’invito di papa Francesco per una maggiore dedizione e impegno alla “cura della casa comune” e alla “conversione ecologica”, per stabilire una sana relazione col creato, sul modello di san Francesco d’Assisi.
A partire da questa premessa ho pensato di affidare all’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro, che ha attivamente partecipato alla Settimana sociale dei cattolici italiani a Taranto, di stilare alcune linee guida che potessero aiutare la diocesi e con essa tutte le realtà che la compongono e la animano, a partire dalle famiglie, ad attuare poco per volta una conversione autenticamente sostenibile, in tutte le sue propaggini, con tutte le scelte che ne derivano, sul territorio diocesano.
Si tratta di coinvolgere le comunità ecclesiali nell’attuare quelle “buone pratiche” e quei “processi virtuosi” che mirino alla “ecologia integrale” di cui parla papa Francesco, attraverso una conversione comunitaria e un cambiamento di stili di vita, basati su sobrietà, solidarietà e inclusione.
L’Ufficio ha quindi preparato una bozza di documento che è stato presentato in due sedute del Consiglio presbiterale, la prima il 5 aprile e la seconda il 18 ottobre del 2022 e a una seduta del Consiglio pastorale diocesano il 30 novembre 2022.
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I due Consigli di partecipazione ecclesiale si sono confrontati a lungo e hanno entrambi condiviso gli orientamenti e le indicazioni riportati in questa lettera e che ora intendo approvare e offrire per la loro realizzazione a tutte le nostre comunità ecclesiali.
Per il credente, la sostenibilità tiene insieme «la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore», scrive papa Francesco (LS n. 10).
Inoltre, rimanda a quattro livelli su cui si costruisce l’equilibrio ecologico per la Chiesa: quello interiore con sé stessi per sanare l’inquinamento del cuore, «quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio» (LS n. 210).
Nell’Instrumentum laboris in preparazione della 49ª Settimana sociale, era stato sottolineato: nella concezione biblica dire “creazione” è più che dire natura, ha a che vedere con un dono di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato.
In questa prospettiva, la Bibbia apre una via di salvezza: «La natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si comprende e si gestisce, ma la Creazione può essere compresa solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre di tutti, come una realtà illuminata dall’amore che ci convoca a una comunione universale» (LS 76). La sensibilità cristiana sul rapporto con l’ambiente si basa sulla teologia della Creazione e dell’Incarnazione che assume e onora “il corpo” del mondo fatto di carne.
La transizione ecologica è una sfida che ci chiede di incarnare i valori della dottrina sociale nella concretezza delle res novae e dei problemi dell’oggi, rifacendo in questo lo stesso percorso già realizzato dalle comunità credenti che ci hanno preceduto nei confronti delle sfide dei loro tempi. È così che per vincere le sfide delle nuove povertà ed emarginazioni ai tempi della nascita della rivoluzione industriale sono nate, spesso nelle sacrestie delle parrocchie, le casse rurali e artigiane, poi divenute banche di credito cooperativo, le leghe operaie e contadine, che hanno poi dato vita ai sindacati, le cooperative di consumo e produzione che hanno dato allo sviluppo economico nel nostro Paese – grazie allo sforzo di credenti e non credenti di buona volontà – un volto umano, solidale e sostenibile.
Da quell’operosità e da quelle reti e istituzioni civili è nata un’economia dal volto umano che ha diffuso i benefici dello sviluppo economico ed evitato disgregazioni e conflitti devastanti sviluppatisi purtroppo in molti altri Paesi dove la stessa opera di mediazione non è stata elaborata.
È per questo che oggi, nel solco della stessa fonte di ispirazione e degli stessi principi, proponiamo la nascita di un rinnovato percorso di partecipazione e di cittadinanza attiva che si sviluppa parallelamente ai temi del consumo e del risparmio responsabili.
La lettera enciclica di papa Francesco, Laudato si’, ha un sottotitolo molto significativo: “sulla cura della casa comune” e contiene un «invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo con cui stiamo costruendo il futuro del Pianeta».
L’intero documento è un pressante invito all’azione concreta a diversi livelli. Vi è il richiamo alla necessità di conversione ecologica, ricordando il «modello di san Francesco d’Assisi, per proporre una sana relazione col Creato». Non un’azione solitaria; «la conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria».
«L’umanità ha oggi bisogno di modelli di vita basati su solidarietà e inclusione. Dobbiamo riportare la persona e le comunità al centro, chiamandole alla condivisione di obiettivi e linee-guida per la coprogettazione e attuazione di processi generativi di decarbonizzazione e cambiamento negli stili di vita». L’appello della Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto sollecita un lungo pellegrinaggio verso l’ecologia integrale che le nostre comunità possono e debbono avviare e non si limita a parlare di sostenibilità ambientale o efficientamento energetico. Ci vengono indicati quattro sentieri di conversione e generatività futura per le comunità ecclesiali:
Comunità energetiche, che identificano gruppi di singoli cittadini, enti locali, aziende e cooperative di piccole dimensioni che, associandosi e diventando comproprietari di impianti di energia rinnovabile “di vicinato” producono energia per autoconsumo.
Finanza responsabile, scegliendo su quali asset operare non solo in base ai possibili profitti, ma anche considerandone il possibile impatto sociale, prediligendo prodotti che favoriscano la coesione sociale attraverso il finanziamento di progetti e di imprese che presentano un valore aggiunto per l’uomo, la cultura e l’ambiente.
Consumo responsabile, che tenga conto dell’impatto dei propri comportamenti quotidiani sul benessere collettivo e sull’ambiente, per poi imparare a modificare il proprio stile di vita, usando in modo efficiente le risorse limitate a disposizione.
Proposte dell’Alleanza, a partire da investimenti per sostenere il sistema produttivo, l’occupazione, l’istruzione e per arginare povertà e disuguaglianze, in linea con l’Agenda 2030 proposta dalle Nazioni Unite e il Green deal europeo.
Dalla grande esperienza di Chiesa vissuta a Taranto dobbiamo passare alla concretezza – nella realtà quotidiana – dei temi di sostenibilità ambientale, economica e sociale che sono emersi. Se è vero che come Chiesa dobbiamo essere luminosi esempi per la società di queste attenzioni, non possiamo esimerci dall’essere protagonisti nel cambiamento che la società e i nostri comportamenti devono avere a partire dall’oggi, qui e ora.
Pertanto, per dare un seguito concreto alle indicazioni della Settimana sociale su sostenibilità ambientale, economica e sociale, e sui problemi del lavoro, della salute, del-
l’ambiente e del futuro del Pianeta, la diocesi di Alba ha deciso di offrire orientamenti e indicazioni per una conversione alla sostenibilità, con l’impegno di tutte le parrocchie e di tutte le realtà diocesane (enti, associazioni, famiglie…) ad attivarsi sulle dieci proposte affinché le facciano proprie.