Caso di Dengue a Moncalieri, scattata la profilassi

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Il caso di febbre Dengue diagnosticato a MONCALIERI, città di quasi 60mila abitanti attaccata a Torino, rinnova l’allerta sul rischio delle malattie trasmesse dalle zanzare, favorite dai cambiamenti climatici, dalle estati sempre più lunghe e calde e dalle inondazioni.

Nel caso della Dengue, la malattia è endemica in più di cento Paesi in Africa, nelle Americhe, nel Sud e nel Sud-est asiatico e nella regione del Pacifico occidentale. E da un paese sudamericano era appena rientrata in Italia la persona che giovedì sera a Moncalieri ha accusato i sintomi sospetti poi confermati dagli esami clinici.

Il paziente non è ricoverato in ospedale e le sue condizioni generali non destano preoccupazione – ha informato il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, precisando che «la situazione è sotto controllo». Ma ha firmato un’ordinanza per avvisare la popolazione a prendere determinate precauzioni e per avviare il piano di prevenzione previsto dal Seremi, il Servizio di riferimento regionale per le epidemie.

L’ordinanza impone a tutti i cittadini residenti nell’area di consentire l’accesso ai tecnici Ipla addetti alla disinfestazione per la rimozione dei focolai larvali presenti anche in aree private. Suggerisce inoltre «come principio di cautela a causa dell’uso di insetticidi» di chiudere finestre e porte, sospendere il funzionamento di impianti di ricambio d’aria, tenere al chiuso gli animali domestici, e aspettare 15 giorni prima di consumare frutta e verdura che siano state coltivate nella zona di trattamento. E invita la popolazione residente nella zona ad «adottare tutte le cautele necessarie per evitare l’esposizione» al contagio.

I tecnici di Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente), coadiuvati dalla polizia locale, sono intervenuti per distruggere le larve di zanzara tigre, insetto vettore del contagio, anche nelle proprietà private, in tutta l’area potenzialmente a rischio. Intervento terminato oggi (sabato 24 giugno), ma «prosegue in ogni caso il monitoraggio e il lavoro comune di tutti gli enti e istituzioni coinvolti», ha spiegato il sindaco.

Dal virologo Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive all’Università di Torino, l’invito a non creare allarmismi: «Abbiamo casi di Dengue – ha spiegato- almeno una decina di volte all’anno. Il più delle volte sono di rilievo ambulatoriale e non c’è neppure bisogno del ricovero», come nel caso del paziente di Moncalieri. «In oltre il 90% dei casi infatti la Dengue resta nella forma di malattia simil-influenzale. Solo in rari casi si presenta nella forma emorragica, che può essere grave». Quindi l’ultimo caso ha buone possibilità di restare isolato e non creare contagi. «Una cosa da far sapere – aggiunge Di Perri – è che la zanzara vettore in grado di trasmettere la Dengue morde di giorno, non di sera o nella notte».

Ansa

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