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Abitare il piemontese: oggi parliamo di ròba

Vestiti, indumenti, vestiario; complesso di beni, possedimenti; mercanzia, merce generica.

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 27

ABITARE IL PIEMONTESE Se alcune parole piemontesi hanno una forza descrittiva inequivocabile, altre sono la massima espressione del generico. Quest’ultimo caso riguarda la parola di oggi: ròba. Badiamo di pronunciare la ò, altrimenti si fraintende in un batter d’occhio: non sempre è opportuno confondere ròba con roba. Anche in italiano e in altre regioni della penisola esiste questa parola, ma in piemontese c’è un valore aggiunto. Basti pensare all’etimologia germanica rauba (bottino); vesti prese come bottino. Ròba ricorda anche il francese robe, con il significato di vestito e naturalmente lo stesso etimo germanico. A suffragare questa accezione subentra un’altra parola piemontese, sebbene più desueta, bagàge. Ròba significa prima di tutto vestiti, indumenti. Guardaròba è, infatti, il nome dell’armadio, del luogo in cui viene letteralmente governato il vestiario, le ròbe.

Con ròba (al plurale ròbe) s’intendono comunque oggetti, un complesso di beni, possedimenti, ma anche del materiale generico. Sta al parlante e soprattutto all’interlocutore riuscire ad afferrare il contesto per collocare l’oggetto da attribuire a ròbe. Ci sono alcuni espedienti per capire meglio: ròba bela (cose belle), ròba bon-a (leccornia), ròba dossa (dolciumi), ròba mangiativa (commestibili), robe da ciòrgn, ròbe da màt o ròbe nèiȓe (letteralmente cose da sordi, da matti, nere, metafora di una situazione incomprensibile, paradossale, rara). C’è poi quel modo di dire, una perifrasi che esprime il vanto di una proprietà terriera esposta al sole, dunque prestigiosa: avèj dȓa ròba ao so’ (avere della roba al sole). O, ancora, c’è chi evoca nel linguaggio della malavita: veuti dȓa ròba? Ròba! vuoi della roba? Ruba!

Concludiamo con una curiosità che abbiamo sempre notato, fin da bambini. Si tratta di un’esclamazione pronunciata in italiano sì, ma soltanto dai piemontesi mentre parlano piemontese: dopo la narrazione di un fatto tanto eccezionale da sembrare inverosimile, l’essere umano piemontese concluderà il discorso unendo le mani, scrollando la testa e recitando indignato a chiare lettere, come a sottolinearne l’importanza, robe dell’altro mondo!

Paolo Tibaldi

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