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Piemonte, 3 milioni per tutelare le donne vittime di violenza

Assessore Caucino: "E' compito della Regione agire attivamente"

Volontariato, assessore Caucino: «Stop a chi voleva penalizzare il terzo settore. Vittoria delle regioni»
Chiara Caucino, assessore regionale

VIOLENZA DI GENERE Dal Piemonte un impegno concreto contro la violenza sulle donne: su proposta dell’assessora alle Pari opportunità, Chiara Caucino, sono stati stanziati complessivamente, con tre differenti delibere, 3 milioni e 129mila euro fra risorse statali e regionali.

Il primo provvedimento è l’approvazione dei criteri per l’accesso ai finanziamenti per interventi a favore delle donne vittime di violenza svolti dai Centri antiviolenza e dalle Case rifugio e per l’accesso ai finanziamenti per il sostegno alle soluzioni di accoglienza in emergenza e di secondo livello, che prevede una spesa 1.691.366 euro complessivi.

La seconda delibera sancisce invece l’approvazione dei criteri per l’accesso ai finanziamenti destinati al sostegno di interventi regionali attuativi del “Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023”.

La spesa complessiva, in questo caso, è di 758mila euro. Fondi per realizzare la norma che attribuisce alla Regione la competenza di promuovere e realizzare, in collaborazione con gli enti locali, con gli enti e i soggetti del privato sociale specifiche iniziative per il monitoraggio, la prevenzione, il contrasto e l’assistenza alle vittime di violenza. Sulla prevenzione e sulla educazione o rieducazione delle persone violente verte invece la terza delibera . Si tratta dell’approvazione dei criteri per l’accesso ai finanziamenti per i Centri per uomini autori o potenziali autori di violenza di genere, per una spesa complessiva di 680.016 euro.

«Al di là delle doverose campagne di comunicazione, finalizzate alla sensibilizzazione su un problema purtroppo ancora poco conosciuto, nella sua gravità – spiega Caucino – credo che sia compito della Regione agire sia attivamente, con la massima tutela delle donne che hanno subìto violenze e che vanno protette garantendo loro sicurezza, perché il rischio recidiva è altissimo, sia proattivamente, andando a ‘rieducare’ quegli uomini che in parecchi casi usano violenza, spinti dall’ignoranza e dalla mancanza di una cultura del dialogo e della parità di genere».

Ansa

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