GOVONE «Come comitato No biometano a Govone rivolgiamo un accorato appello al sindaco Elio Sorba affinché ritiri le dimissioni», si apre così il comunicato di Ferragosto del gruppo di cittadini che ha iniziato a lottare contro il nuovo impianto previsto a Canove. Il primo cittadino aveva fatto un passo indietro a fine luglio e stanno per scadere i venti giorni di tempo necessari perché le dimissioni diventino definitive e la carica sia assunta da un commissario prefettizio.
Il comitato è ben consapevole che «l’assenza di un’Amministrazione politica che possa dire No alla realizzazione dell’impianto, rende estremamente più difficile il lavoro del comitato, dei cittadini di Govone e di tutti coloro che nel Roero sono convinti che la partita per la salute e per i cambiamenti climatici si gioca su queste scelte», prosegue la nota del gruppo che si è costituito il 4 agosto. «Alla sua maggioranza chiediamo di sostenerlo in modo da permettere la gestione di questa crisi nell’interesse dei cittadini e non contro. Con le dimissioni del sindaco le conseguenze saranno ben peggiori della non informazione avvenuta in merito all’impianto per cui peraltro Sorba ha chiesto scusa».
L’appello non è rivolto soltanto al sindaco del paese ma «tutti gli eletti, investiti da una carica ottenuta con il voto popolare, siano consci delle proprie responsabilità e se ne facciano carico: non si tratta di condividere a scatola chiusa le motivazioni dei contrari, ma almeno avere il tempo e la possibilità di discuterne da sovrani e non sotto la tutela di un Commissario, nella consapevolezza che l’impianto certamente non farà bene al paese, ai suoi cittadini, al Roero e territori limitrofi».
I punti di forza del No all’impianto
Queste sono le ragioni che portano il comitato di Govone a sostenere il no all’impianto:
- consumo di prezioso suolo agricolo quando impianti del genere possono essere posizionati in siti industriali dismessi;
- considerato che il conferente è la Ferrero non si comprende perché non si realizzi l’impianto nel suo sedime produttivo; ubicare l’impianto a 15 km significa creare trasporto pesante per la movimentazione del materiale, con conseguente inquinamento e maggior traffico;
- Govone è nel Roero, territorio in parte patrimonio Unesco e che sta lavorando per diventare perla enogastronomica e turistica (è presente sulla collina un castello sabaudo, anch’esso patrimonio Unesco);
- il territorio di Govone è noto per le produzioni agricole, in particolare ortive e vitivinicole;
- gli scarti della Ferrero non sono rifiuti, bensì materie prime lavorate che possono essere riusate nell’alimentazione umana e animale, riciclate ottenendo un compost di ottima qualità: se ci sono combustioni non c’è circolarità che invece c’è con un procedimento di compostaggio;
- l’impianto potenzialmente creerà problemi di: odori, camion, solfuri, a poche centinaia di metri da case abitate con potenziali problemi alla salute; il digestato sarà un rifiuto difficilmente smaltibile, non un fertilizzante, così come la parte liquida dovrà andare a trattamento.
- la frazione Canove ha già dato oltre l’accettabile sotto il profilo dello sfruttamento industriale di quella che era una zona agricola e ritiene sia giunto il momento di investire su parchi, giardini, parcheggi, mitigazione verde di quanto già insediato.
La situazione del progetto
Dopo la presentazione pubblica del 25 luglio ora la conferenza dei servizi è sospesa, dietro richiesta del Comune, che necessita di integrazioni e pareri esterni.