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Abitare il piemontese: la parola di questa settimana è Toiré

Mescolare, miscelare, rimestare, rigirare; tramare un imbroglio

Abitare il piemontese: la parola di questa settimana è Grotolù

ABITARE IL PIEMONTESE La preparazione di certi piatti prevede un moto evolutivo ripetuto durante la creazione per amalgamare tutti gli ingredienti: un’insalata (toiȓé na saȓàta), un minestrone. Nelle feste paesane, quando si prepara la polenta per tutta la popolazione, è necessaria una manodopera sostanziosa e forzuta. Coloro che si alternano a mescolare a due braccia la polenta nei pentoloni, muniti di bastone e olio di gomito, sono chiamati toirau, o talvolta polentau (i giratori di polenta). La ratatuja piemontese (ratatouille francese) era originariamente un piatto povero preparato con verdure stufate mescolate tra loro. La parola viene dall’occitano ratatolha, simile al francese touiller che significa proprio rimestare.

Come in altre lingue, il verbo mescolare si può attribuire a più situazioni: dalla composizione di cemento e vernici ai numeri di una tombola scossi prima di essere estratti. Quando escono due numeri prossimi tra loro, ai giocatori verrà il dubbio che il sacchetto non sia stato percosso prima dell’estrazione. Ecco perché qualcuno urlerà ironicamente: toiȓa! Il Repertorio etimologico piemontese suggerisce che la proposta più verosimile dal punto di vista semantico sia presentata dal latino tudiculare, trascinare nel fango, rimestare, denominale di tudiculam (frantoio). L’etimo potrebbe anche convergere in tornare nel senso di girare senza però che sia spiegata la presenza della i.

Succede di non digerire qualche cibo e non riuscire a prendere sonno nella notte. Ecco che allora il malcapitato, ruotando la mano davanti allo stomaco sosterrà: o ȓ’ha toiȓame tuta ȓa neut (mi ha girato tutta la notte). Quando, invece, sono i pensieri a prendere il sopravvento e tormentare una persona, ecco che questa dirà: ȓ’heu n’afé ch’om toȓìja ant ȓa testa da vaȓi dì (ho una cosa che mi tormenta da qualche giorno). Infine, toiȓé significa anche imbrogliare, trarre profitto, ingannare, con l’accezione di rimestare certe situazioni a proprio vantaggio: o ȓ’è sempe lì ch’o toiȓa cheicos (è sempre lì a tramare qualcosa). Ecco che prende senso il sostantivo toiȓo (intrigo, imbroglio). Anche un decotto medicamentoso è chiamato toiȓo, poiché creato mescolando chissà quanti e quali ingredienti.

Paolo Tibaldi

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