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Ore di tensione nel carcere di Asti: due detenuti aggrediscono gli agenti

Ore di tensione nel carcere di Asti: due detenuti aggrediscono gli agenti

ASTI La denuncia delle aggressioni arriva da Vicente Santilli, segretario regionale del sindacato Sappe: «Ieri (giovedì 16 novembre 2023, nda), nell’istituto penitenziario di Asti, si sono verificate due aggressioni: la prima, verso le 16, nei confronti del sovrintendente di Polizia penitenziaria responsabile dei colloqui, la seconda verso le 19 al poliziotto di sezione, per altro un agente giovane degli ultimi corsi. Entrambe sono state provocate da due distinti detenuti, in carcere per reati di associazione mafiosa e omicidi».

Il segretario Santilli prosegue: «Tutto è nato dopo gli abituali e previsti controlli effettuati su un familiare di uno dei due detenuti, segnalato dai cani del nucleo cinofili».

«Il Sappe, primo sindacato di Polizia penitenziaria, esprime massima solidarietà ai colleghi contusi: ferma è la nostra condanna contro questi detenuti violenti, continuiamo a denunciare una situazione oramai insostenibile presso la casa circondariale di Asti», conclude Santilli che, nel ricordare che nel solo mese di ottobre ci sono state in Piemonte ben 15 aggressioni contro poliziotti penitenziari e si sono resi necessari 8 interventi di supporto piscologico emergenziale come conseguenza di questi gravi fatti, chiede «l’intervento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e del Ministero della giustizia».

«Provvedimenti urgenti», sollecita anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, che ieri ha incontrato a palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: «Nessuna indulgenza verso chi aggredisce i poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo decreto sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale della Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere».

Capece ricorda di avere espresso nei giorni scorsi «apprezzamento anche per l’impegno assunto dal ministro della giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi a oggi ristretti nelle carceri italiane».

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