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Per il tartufo bianco di Alba, migliora la qualità e i prezzi scendono

Secondo il giudice Cometti: «Se prima si arrivava, per buone pezzature, anche a 550-600 euro l’etto, ora il costo è di 400»

Per i tartufi bianchi di Alba, migliore qualità e prezzi in discesa
© Marcato

ALBA Arrivati a metà novembre, si aprono scenari ottimistici sulla stagione del tartufo bianco. Il clima e l’abbassamento delle temperature, pur con massime più alte registrate nel fine settimana, sembra possano permettere di salvare un’annata altalenante, finora caratterizzata dalle poche precipitazioni die mesi scorsi e dalla calura estiva protrattasi fino a ottobre.

Secondo Mauro Carbone, direttore del Centro nazionale studi sul tartufo, «la stagione ora diventa assolutamente di qualità: è questa la buona notizia. In un recente passato siamo stati abituati a scenari ben peggiori. Il tempo si è aggiustato, c’è umido e fa freddo: dovrebbe essere la normalità, ma il cambiamento climatico in atto ci porta allo stupore. Ovunque si passi, vicino ai ristoranti, nel centro di Alba, al Mercato mondiale e nei negozi, si sente un gran profumo di tartufo, lo considero un ottimo segnale».

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Mauro Carbone, ex direttore dell’Atl Langhe, Roero e Monferrato

È quindi l’ora di posticipare l’inizio della stagione di raccolta e dell’inaugurazione della Fiera? Carbone non si sbilancia, ed è comprensibile: il suo ruolo gli impone di conservare delicati equilibri, a volte più fragili dell’habitat del tartufo stesso. Preferisce far parlare i fatti: «Dico solo che, rispetto a ottobre, ora i tartufi sono migliori. Questo è l’unico dato oggettivo».

A confermare il buon momento è Giovanni Cometti, giudice del Centro nazionale e figlio d’arte. «Questa mattina (sabato 11 novembre, nda) al termine dei controlli sui tartufi venduti al Mercato mondiale abbiamo riscontrato una qualità davvero alta. Penso che nessuno se l’aspettasse, c’era la speranza ma non la certezza. Gli esemplari arrivati sono caratterizzati da ottimi profumi e rispecchiano appieno le caratteristiche peculiari del Tuber magnatum».

Accanto a tale dato si aggiunge un secondo fatto insperato: l’abbassamento dei prezzi. Prosegue Cometti: «Se prima si arrivava, per buone pezzature, anche a 550-600 euro l’ettogrammo, ora il costo è sceso a 400 euro. Per gli esemplari, sempre di ottima qualità, più piccoli o rotti, toccano minimi di 280 euro. Credo che la fluttuazione sia dovuta alla maggiore disponibilità di prodotto. I commercianti e i trifolao tornano a casa alla sera sempre a mani vuote. Si riesce a vendere, però è stato riscontrato un calo negli ingressi al Mercato mondiale, circa il quattro per cento in meno. Manca in parte, quindi, il visitatore che semplicemente fa un giro: chi entra, compra».

Il tartufo più grande della giornata «pesa 495 grammi. A ridosso dell’Asta arrivano trifole maggiori. Si spera che il buon momento si protragga fino a dicembre: pur considerando tante variabili, i segnali positivi ci sono».

Davide Barile

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