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No alla violenza, sì all’equità: uno strumento chiave sono i Centri per uomini

Alessandra, più forte della violenza

ALBA “No alla violenza, sì all’equità. Donne e uomini in movimento”: è il titolo della serie di videointerviste realizzate dalla Consulta per le pari opportunità del Comune di Alba in occasione del 25 novembre, in collaborazione con l’Assessorato alle pari opportunità.

I Centri per uomini autori di violenza sono uno strumento chiave

Nell’undicesima puntata del progetto “No alla violenza, sì all’equità” abbiamo parlato con Christian Lamanna, antropologo culturale e operatore specializzato nella presa in carico degli uomini autori di violenza domestica.

Dalla sua tesi di specializzazione in antropologia culturale ed etnologia: «Mi sento cambiato nella mia mascolinità. Pratiche di intervento e di responsabilizzazione per uomini autori di violenza nelle relazioni intime nel Centro senza violenza di Bologna»  emerge quanto i Centri per uomini autori di violenza (Cuav) rappresentino oggi uno strumento chiave per interrompere il ciclo della violenza domestica, offrendo un approccio che richiama gli autori alla responsabilità delle loro azioni, affronta le cause alla radice dei comportamenti abusanti e pone massima attenzione al lavoro di rete per la tutela e messa in sicurezza della vittima.

L’Italia ha dato prova già dalla ratifica della Convenzione di Istanbul, nel 22 giugno 2013, di voler dare massima priorità agli «interventi per il recupero degli autori di violenza domestica e per la prevenzione della recidiva per i reati di natura sessuale» (vedi art. 16).

In aggiunta, con l’approvazione della legge n. 69/2019, comunemente nota con il nome Codice rosso, vi è stato un inasprimento del reato di violenza domestica e di genere il quale prevede, fra le altre cose, per gli autori di violenza la possibilità di sottoporsi a un trattamento psicologico con finalità di recupero e di sostegno.

A coloro che hanno commesso reati di violenza contro le donne e che hanno diritto nei termini di legge alla sospensione della pena è imposto per obbligo la frequenza di un programma.

Infine, dal 14 settembre 2022, a seguito della conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni sono state definite le linee guida e i requisiti minimi dei Cuav con l’obiettivo di garantire criteri di intervento e omogenei a livello nazionale.

Per approfondimenti si consiglia di visitare la pagina web del network nazionale italiano Relive, Reti libere dalle violenze, https://www.associazionerelive.it

L’accesso alle cure presenta rilevanti differenze di genere

Per la settima puntata del progetto “No alla violenza, sì all’equità”, sviluppato dalla Consulta per le pari opportunità del Comune di Alba in occasione del 25 novembre, abbiamo parlato con Anna Maria Gianti, dirigente medico Asl Cn2 e referente aziendale del Gruppo di lavoro multispecialistico e multidisciplinare sulla medicina di genere.

La medicina di genere è definita dall’Organizzazione mondiale della sanità come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.

Una crescente mole di dati epidemiologici, clinici e sperimentali indica l’esistenza di differenze rilevanti nell’insorgenza, nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle malattie comuni a uomini e donne, nella risposta e negli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici, nonché negli stili di vita e nella risposta ai nutrienti. Anche l’accesso alle cure presenta rilevanti diseguaglianze legate al genere.

La medicina di genere non rappresenta una branca a sé stante dell’area medica ma una dimensione interdisciplinare che, come tale, deve pervadere tutte le branche del sapere medico al fine di studiare l’influenza del sesso e del genere sulla fisiologia, la fisiopatologia e la patologia umana.

Nel novembre 2021 la Regione ha recepito il “Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere” e ha richiesto a tutte le aziende sanitarie la nomina di uno o più referenti aziendali, che si sono incontrati per la prima volta a febbraio 2022. Parallelamente si sono attivati anche gli Ordini provinciali dei medici chirurghi, e quello della Provincia di Cuneo ha costituito una apposita Commissione per il supporto delle attività legate alla diffusione della cultura di genere negli ambiti di promozione della salute e di cura.

Il pronto soccorso può essere la prima via di uscita di un vortice

Per la sesta puntata del progetto “No alla violenza, sì all’equità”, sviluppato dalla Consulta per le pari opportunità del Comune di Alba in occasione del 25 novembre, abbiamo parlato con Margherita Verney, dirigente medico Asl Cn2, referente aziendale per la Regione della Rete sanitaria per l’accoglienza e la presa in carico delle vittime di violenza sessuale e domestica.

Il pronto soccorso è spesso il primo luogo che accoglie le donne vittime di violenza, in molti casi con percorsi dedicati. Ed è il primo il primo contatto che permette di trovare una via di uscita dal vortice della violenza: da qui, infatti, si può attivare un percorso di accompagnamento dedicato alle donne maltrattate e ai loro figli, che va dal triage fino all’affidamento ai servizi pubblici e privati dedicati.

Il percorso diagnostico-terapeutico, adeguato alle condizioni cliniche rilevate, recepisce le “Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio sanitaria alle donne vittime di violenza” statuite con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 novembre 2017.

Mario Fatibene sogna una società con uomini e donne nel rispetto reciproco

Per la quinta puntata del progetto No alla violenza, sì all’equità, sviluppato dalla Consulta per le pari opportunità del Comune di Alba in occasione del 25 novembre, abbiamo parlato con Mario Fatibene, maestro zen e fondatore del Cerchio degli uomini. Il gruppo, costituitosi in associazione nella Casa del quartiere di San Salvario a Torino, mette in campo da più di vent’anni percorsi, servizi e iniziative per il cambiamento del maschile tramite il superamento del modello patriarcale maschilista.

Il percorso di studio e progettazione dell’associazione ruota attorno ad una serie di argomenti rilevanti per la condizione dell’uomo oggi: le relazioni intime, la paternità, le amicizie, l’omofobia, il rapporto col corpo e la sessualità, quello con la violenza. L’obiettivo è la costruzione di una società dove uomini e donne possano vivere insieme nel reciproco rispetto, riconoscendo le proprie differenze ma con gli stessi diritti e gli stessi doveri, nella sfera pubblica come in quella privata.

Per approfondire, si consiglia l’interessante documentario di Paola Sangiovanni Nel cerchio degli uomini, uscito quest’anno (2023) e disponibile su Rai play, che racconta la storia del Cerchio e insieme le storie di Domenico, Roberto e Mario, accomunati dal desiderio di costruire un futuro in cui il modello culturale maschile si allontani dalla prevaricazione e dal potere e si fondi sull’ascolto delle emozioni.

L’avvocata Calzolaro spiega il Codice rosso


Nella quarta puntata l’avvocata albese Silvia Calzolaro, che ha molta esperienza della materia, spiega il quadro legislativo in vigore, il cosiddetto Codice rosso, ma anche l’esistenza di un sistema generale che deve compiere ancora molti passi in avanti”.

In.differenti: serve un’educazione affettiva anche a scuola

Il protagonista della terza puntata del progetto “No alla violenza, sì all’equità”, sviluppato dalla Consulta per le pari opportunità del Comune di Alba, è Alessandro Damonte, studente universitario al secondo anno, rappresentante dell’associazione giovanile In.differenti, che proprio il 25 novembre ha organizzato un incontro molto partecipato sul tema della violenza di genere. «Rendersi conto, dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, che la violenza può germogliare anche in una relazione tra miei coetanei suscita in me una serie di riflessioni e senza dubbio una presa di coscienza: non è qualcosa di lontano da noi, ma di terribilmente vicino. E tutti siamo chiamati a fare la nostra parte perché non avvenga», dice Damonte. «Se penso alla mia esperienza, credo di non aver ricevuto, a livello scolastico, una vera educazione di tipo affettivo, che accende i riflettori su queste tematiche. Credo che sia fondamentale partire proprio dall’istruzione dei giovani, per ragionare in termini di prevenzione».

Eliana Davila racconta il disequilibrio ancora presente nella società

Esiste un problema di educazione e di solitudine nei giovani di oggi? È una delle questioni che solleva Eliana Davila, studentessa universitaria albese e vicepresidente dell’associazione FuturAlba. È lei l’ospite della seconda puntata del progetto “No alla violenza, sì all’equità. Donne e uomini in movimento”, ideato dalla Consulta per le pari opportunità del Comune di Alba e dall’assessorato alle Pari opportunità per affrontare il tema della violenza di genere, ma anche per ragionare sul disequilibrio ancora presente nella nostra società. Per questa e la prossima puntata, sentiremo la voce di giovani donne e uomini, per capire il loro punto di vista e dare spazio alle loro riflessioni.

Marco Bertoluzzo parla del femminicidio di Giulia Cecchettin

Il protagonista della prima puntata, visibile qui sopra e sui canali digitali del Comune di Alba, è Marco Bertoluzzo, criminologo e direttore del Consorzio socio-assistenziale Alba, Langhe e Roero.

Dal drammatico femminicidio di Giulia Cecchettin, che ha attivato una forte mobilitazione in tutta Italia, Bertoluzzo evidenzia una serie di aspetti su cui riflettere. In primo luogo, il richiamo della sorella della vittima, Elena Cecchettin, a un senso di responsabilità da parte di tutti gli uomini, all’interno di un contesto generale che continua a essere governato dal maschilismo.

«Riusiamo finalmente non uomini a dialogare su queste tematiche e a metterci in discussione?», è la domanda che pone Bertoluzzo. Allo stesso tempo, nella video-intervista, sottolinea un altro aspetto: la fine del silenzio per ricordare le vittime, sostituite dal rumore e dalle parole, per costruire un futuro migliore di quello attuale.

La rassegna

Il progetto prevede una serie di brevi videointerviste che saranno pubblicate, da sabato 25 novembre, con cadenza di una ogni due giorni, e che toccheranno temi legati alle questioni di genere, alla prevenzione e alla fenomenologia della violenza sulle donne, alle diseguaglianze ancora grandi tra i due generi sui fronti del lavoro, dell’economia, della libertà, della medicina.

Personaggi del mondo dello sport, dell’arte, della cultura, della medicina, condivideranno la loro esperienza e le loro riflessioni sul tema della violenza e dell’equità in video-interventi che verranno pubblicati sui canali social della Città di Alba, a partire dalla pagina Youtube www.youtube.com/@citta_di_alba, e che saranno condivisi grazie alla collaborazione delle testate locali Gazzetta d’Alba, Corriere delle Langhe e del Roero, la Voce di Alba, Radio Alba, Idea e Ideawebtv.

Sono stati coinvolti nell’iniziativa vari rappresentanti del territorio dal mondo dell’arte, del sociale, dell’imprenditoria, dell’attivismo giovanile, dello sport, della salute, delle Forze dell’ordine e della legalità: il panel di personaggi intervistati non ha l’ambizione di esaurire le numerose questioni legate ai temi della violenza sulle donne e della differenza di genere, ma di aiutare nella riflessione, permettendo un confronto equo e lucido che non si radicalizzi in opinioni contrastanti ma aiuti a muoversi nella complessità.

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