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Per il tartufo è pronto il bando della Regione con risorse del Piano di sviluppo rurale

Si chiude a Roddi la stagione del tartufo bianco, dando il via a quella del nero 3
I relatori

RODDI Salvare le piante tartufigene più adulte dall’abbattimento, metterne a dimora delle altre, creare nuove tartufaie: su queste linee si indirizzano le azioni in Piemonte per fare fronte all’aumento della domanda dei pregiati tartufi e alle incertezze legate ai cambiamenti climatici. Se ne è parlato oggi (30 gennaio) a Roddi alla chiusura della stagione della cerca del tartufo bianco di Alba avviata il 21 settembre scorso.

Per l’occasione la Regione Piemonte, l’Ente turismo Langhe Monferrato Roero. il Centro nazionale di studi sul tartufo e la Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba hanno donato 30 piante tartufigene che sono state affidate ai trifolao dell’Associazione tartufai di Alba.

Si chiude a Roddi la stagione del tartufo bianco, dando il via a quella del nero
La consegna di una roverella

«Per il futuro – ha detto Antonio De Giacomi, direttore del Centro studi sul tartufo – c’è necessità di passare dalle azioni esemplari ad azioni di sistema, come cambiare le normative, allineare in tutta Italia il calendario di raccolta (Piemonte e Toscana hanno già spostato avanti di 9 giorni), spostare in avanti le fiere, programmare investimenti economici, aumentare la ricerca scientifica, valorizzare anche i tartufi neri».

A disposizione ci sono gli studi di Ipla (Istituto per le piante da legno) con gli approfondimenti legati ai cambiamenti climatici, la resilienza delle piante, i terreni migliori, le piante più indicate.

«Dopo noi e la Toscana – ha detto Fabio Carosso, vicepresidente della Regione Piemonte e assessore con delega al tartufo – anche Liguria ed Emilia Romagna stanno ragionando di spostare in avanti l’inizio della raccolta, ma sarebbe opportuno che questo cambiamento riguardasse tutto il territorio nazionale».

Nei prossimi giorni – ha ricordato Carosso – la Regione pubblicherà un bando, con risorse del Psr (Piano di sviluppo rurale), che assegna contributi per creare nuove tartufaie, «così’ tra 15-20 anni lì nasceranno nuovi tartufi, altrimenti corriamo il rischio di trovarci senza prodotto». In campo verranno messi anche incentivi ai proprietari per scongiurare l’abbattimento di piante da tartufo adulte.

Ansa

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