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Anche Cuneo l’edilizia è in sciopero dopo i cinque morti nel cantiere a Firenze

Anche Cuneo l'edilizia è in sciopero dopo i cinque morti nel cantiere a Firenze

CUNEO Oggi, mercoledì 21 febbraio, è stato proclamato da Cgil e Uil, insieme alle categorie degli edili e dei metalmeccanici, lo sciopero nazionale di due ore dopo la tragedia a Firenze di venerdì scorso, in cui hanno perso la

A Cuneo, come in tante altre città italiane, si è svolto un presidio di Cgil e Uil di fronte agli uffici dell’Ispettorato del lavoro territoriale, finalizzato a sensibilizzare la cittadinanza sul tema della sicurezza sul lavoro e a evidenziare la reale mancanza di volontà della politica ad affrontare il problema.

Dall’inizio dell’anno sono 155 le vittime del lavoro. Una strage che non tende a fermarsi e che colpisce i settori in cui si annida maggiormente il lavoro più duro e spesso il più povero. Ora si inizierà il nuovo valzer di accuse e di caccia ai colpevoli. Seguirà il silenzio e i tempi lunghi della giustizia per accertare la verità processuale.

Nel frattempo mentre altre famiglie piangono i loro congiunti, il sistema degli appalti e dei subappalti selvaggi che si regge sull’unica regola del taglio indiscriminato dei costi, continua ad alimentare un mercato del lavoro fatto di persone fragili e ricattabili che mettono a rischio la propria vita pur di avere un impiego mal pagato.

Sciopero dell'edilizia dopo i cinqe

Nicola Gagino, segretario generale Fillea Cgil Cuneo dichiara: «Il tempo delle chiacchiere è finito. I cantieri sono luoghi di lavoro e non devono essere luoghi di morte frequentati da lavoratori in grigio e in nero, con finte partite Iva, vittime di un Far west legislativo che leva dignità al lavoro e lo squalifica a mera merce da piegare al profitto e alla velocità di realizzazione delle opere. Abbiamo lanciato una sfida al Governo: estendere anche ai cantieri privati le tutele previste per l’esecuzione dei lavori pubblici: il Governo può raccoglierla e l’opposizione può votare a favore».

Salvatore Correnti, segretario generale Feneal Uil Cuneo dice: «Servono pene più severe per i responsabili di queste vere e proprie stragi di lavoratori. I subappalti a cascata, assegnati al massimo ribasso dei costi, giocano una macabra partita sulla pelle delle persone. Sui cantieri si corre per finire anzitempo i lavori, aumentando esponenzialmente il rischio di infortuni. La sicurezza sul lavoro deve diventare materia di studio nel percorso scolastico dei nostri giovani per favorire un cambiamento di mentalità collettiva sul tema che deve spingere a una svolta il mondo imprenditoriale, il Governo, la politica tutta nel suo insieme».

Persona ridottissimo per l’Ispettorato di Cuneo

In conclusione entrambi i segretari generali hanno evidenziato il tema dei controlli e della carenza di personale ispettivo: vanno potenziati gli organici degli organismi di vigilanza e aumentati il numero dei controlli nei luoghi di lavoro. Un esempio per tutti: l’Ispettorato territoriale di Cuneo impiega attualmente 11 persone a fronte di una pianta organica formale che dovrebbe contare 30 addetti. Tra le altre manca la figura dell’Ispettore tecnico, funzionario che dovrebbe occuparsi dei controlli sui cantieri.

L’ipocrisia che accompagna il dibattito del giorno dopo il verificarsi delle stragi sta diventando insopportabile e trasmette un senso di impotenza e di inerzia della politica, allontana le lavoratrici e i lavoratori dalle Istituzioni e aumenta le responsabilità e le complicità che produrranno i prossimi morti.

Serve che la politica torni a occuparsi di lavoro partendo dalle persone e dalla tutela della loro salute e sicurezza. Si possono fare azioni positive anche sul territorio. Da mesi le nostre organizzazioni confederali cuneesi stanno sollecitando la Provincia affinché si dia avvio a un osservatorio permanente per il monitoraggio della sicurezza sul lavoro. Attendiamo risposte certe e fatti concreti.

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