Coldiretti chiede alla Regione un diverso approccio al Piano per la qualità dell’aria

Coldiretti chiede alla Regione un diverso approccio al Piano per la qualità dell'aria

ASTI Anche dal fronte astigiano si leva la voce di Coldiretti sul Piano regionale della qualità dell’aria. «Come più volte sottolineato, si rende necessario eliminare, nei termini attuali, l’obbligo di copertura delle concimaie che, oltre a costituire costi insostenibili per le imprese, si traduce in un negativo e significativo impatto di carattere paesaggistico-ambientale», ha detto la presidentessa di Coldiretti Asti Monica Monticone.

«Occorre un diverso approccio, che consenta alle imprese azioni di adeguamento graduali e sostenibili, anche attraverso la ridefinizione dei presupposti necessari in termini logistico-temporali ed economici, affinché sia praticabile all’appannaggio di tutti il raggiungimento dell’efficienza e dell’ottimizzazione del processo gestionale», ha aggiunto il direttore di Coldiretti Asti Diego Furia.

«Le aziende agricole, in particolare quelle zootecniche, stanno già attraversando un difficile momento congiunturale e, per tanto, ogni ulteriore spesa d’investimento va calibrata nei tempi, nei processi e nella facilitazione attuativa», ha concluso Furia.

Come portato per iscritto all’attenzione del governatore Alberto Cirio e  degli assessori regionali all’ambiente e all’agricoltura Matteo Marnati e Marco Protopapa, per Coldiretti Piemonte «il Piano regionale di qualità dell’aria rischia di generare, in relazione ad alcuni obblighi, un impatto negativo sulle imprese agricole, in particolare su quelle zootecniche che, secondo le attuali regolamentazioni, dovrebbero sostenere rilevanti investimenti economici. Per questa ragione, si rende necessario adottare metodologie alternative, incentivando, altresì, una preventiva azione di sperimentazione».

Manuela Zoccola

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