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Cento anni fa, a Torino, il primo campionato italiano

 Pallapugno   Quattro squadre: vinse Mondovì

Torino, domenica 23 giugno 1912, impianto sportivo Stadium. Stanno per entrare in campo (e nella piccola grande storia della pallapugno) le quadrette di Mondovì e Ceva. Organizzato dalla società sportiva Stadium, e non, come si è creduto per molto tempo dalla Gazzetta del Popolo tramite il suo supplemento Sport del Popolo (dobbiamo queste notizie alla tenace ricerca storica di Giorgio Caviglia) sta per iniziare il primo campionato italiano di pallone elastico (o di palla elastica, se vogliamo essere più precisi, recuperando la dizione originaria).

Non sappiamo se sia stato l’albese Michele Revello (Bertin bianc), battitore, ma non capitano (tale ruolo spetta al più famoso Riccardo Fuseri, i terzini sono Michele Mongardi e Carlo Bertalli) della squadra di Mondovì o il capitano cebano Vincenzo Ferro, da tutti conosciuto come Bialera (con lui Cicco Delpiano di Castellinaldo, e i terzini Ghirardi, detto Alfredo di Priero, e Cornero) a battere il primo pallone dell’ormai centenaria storia dei campionati. Sappiamo, però, che questa prima partita ebbe poca storia: Fuseri e compagni si imposero per 7-2.

Poco appassionante anche la sfida seguente, fra le altre due squadre partecipanti, Alba e Liguria. Capitano della squadra langarola è Teobaldo Cigliutti, detto Badin. Anche lui, come Fuseri, dovrebbe giocare da spalla, avendo come battitore Francesco Borda di Caramagna; terzini sono Stanislao Rossi (il papà di Paolo), Bartolomeo Manfredi e un certo Feroglio. Borda è assente, e l’onere della battuta passa, ovviamente, a Cigliutti. La squadra albese vince senza difficoltà per 7-1 contro i liguri Laura, Pipetto Rembado, Ernesto Morié e Santino Molle.

Si inizia, quella stessa domenica, anche la terza partita, Ceva contro Alba (il calendario prevede un girone di sola andata, con finale tra le prime due), che però viene sospesa per oscurità sul 5-3 per Bialera.

Si riprende il giorno dopo, lunedì 24, con la vittoria di Ceva per 7-4. L’incontro successivo, Mondovì contro Liguria, è il più appassionante e si conclude dopo un’accanita lotta con il successo dei liguri per 7-6. Dopo due giornate, le quattro squadre sono a pari punti. Saranno le partite dell’ultimo turno (Mondovì-Alba e Ceva-Liguria) a designare i finalisti. C’è ancora tempo, quel giorno, per disputare una partita, quella tra Fuseri e Cigliutti. Vince il monregalese, facilmente, per 7-2. Sarà lui, dunque, il primo finalista. Per conoscere il nome del suo sfidante dovrà aspettare il giorno dopo, martedì 25, quando, al mattino, si affronteranno il Ceva di Bialera e la Liguria di Mimo Laura. È, ancora una volta, una partita senza storia, Bialera lascia appena un gioco ai frastornati avversari. E sarebbe interessante, a questo punto, domandarsi come mai almeno quattro delle sette partite giocate in questo primo campionato, tra squadre sostanzialmente di pari valore, siano finite con scarti così pesanti. Le partite “brutte”, allora, non sono solo prerogativa dei giorni nostri…

Della finale, giocata nel pomeriggio di quel 25 giugno «di fronte a un pubblico discreto», conosciamo soltanto il risultato: 9-4 a favore di Mondovì. Riccardo Fuseri, Michele Revello, Michele Mongardi e Carlo Bertalli diventano, così, i primi campioni italiani nella storia della pallapugno. Fuseri, com’è noto, legittimerà ampiamente questo primo titolo imponendosi anche nei tre campionati successivi.

Franco Bruna

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