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Alba, il centro-destra: «Nel Prg troppi vincoli»

Alba: scadenze e aliquote di Imu e Tasi

URBANISTICA È in dirittura d’arrivo il lavoro svolto dagli uffici comunali per rispondere alle oltre cento osservazioni presentate dalla Regione al nuovo Piano regolatore generale. Lo ha riferito il sindaco Maurizio Marello nell’ultima riunione della prima commissione consiliare (a cui ha partecipato anche lo studio Benevolo, che ha redatto il Prg) annunciando che le controdeduzioni comunali potrebbero essere approvate in Consiglio e trasmesse agli uffici regionali entro la fine dell’anno, in modo da giungere all’approvazione definitiva a marzo o aprile.

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Due le questioni più discusse. La prima è l’introduzione, suggerita dalla Regione, dell’obbligo di avviare un piano di recupero, con conseguente richiesta di parere all’ente presieduto da Sergio Chiamparino, per la ristrutturazione di edifici antichi del centro modificati negli anni e non più congrui con il contesto storico circostante. Una novità che potrebbe determinare una lunga attesa – quasi un anno – per l’ottenimento del via libera.
«Il piano di recupero è uno strumento vecchio, che rischia di disincentivare gli interventi edili oltre che aumentare i costi a carico dei privati», afferma il consigliere di Forza Italia Mario Canova, aggiungendo: «Bisognava continuare a far valutare questo tipo di interventi solo alla Commissione locale del paesaggio, che con il suo parere vincolante espresso da professionisti esterni è già un ottimo garante a tutela delle caratteristiche del concentrico».

Il centro-destra punta l’indice anche sull’obbligo di attendere almeno cinque anni dalla dichiarazione di cessata attività prima di effettuare interventi di restauro o ampliamento (finalizzati al cambio di destinazione d’uso) su immobili agricoli dismessi. «È giusto tutelarsi da eventuali speculatori, ma in questo modo si ostacolano gli interventi di coloro i quali hanno realmente deciso di interrompere l’attività agricola oppure di chi vorrebbe andare a vivere nella casa di campagna magari ricevuta in eredità», osserva Canova.

Enrico Fonte

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