Pietro Grasso loda l’eccellenza di Tcn e parla di At-Cn

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ALBA Pietro Grasso visita gli impianti di corso Asti e l’Associazione commercianti albesi
Dopo aver inaugurato due anni fa la Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba ed essere stato ospite dell’ultima edizione di Collisioni a Barolo, Pietro Grasso è tornato nelle Langhe. Questa volta, però, non ha indossato i panni del presidente del Senato, ma quelli di candidato per la lista Liberi e uguali.

Il suo tour elettorale in Piemonte è cominciato domenica 21 gennaio a Torino, per poi spostarsi il giorno seguente ad Alba. Per l’ex magistrato antimafia, la mattinata di ieri – lunedì 22 gennaio – è cominciata con una visita agli stabilimenti del gruppo Tcn-Bianco di corso Asti, inaugurati lo scorso settembre e sede di cinque diversi marchi, per un totale di oltre trecento dipendenti al lavoro. Ad accoglierlo c’erano il presidente Giuseppe Bernocco, il suo socio Sebastiano Astegiano e altri rappresentanti dell’azienda, insieme a Giampiero Moretto, coordinatore della sezione albese di Liberi e uguali.

Al suo arrivo, il presidente Grasso ha esordito: «Per me è un orgoglio poter visitare una realtà eccellente come questa, che ha saputo restare sul territorio e raggiungere risultati così importanti».
Alla fine della visita, prima di salire in macchina per raggiungere la sede dell’Associazione commercianti albesi e poi spostarsi all’Università del gusto di Pollenzo, abbiamo potuto rivolgergli alcune domande.

Grasso, sebbene l’Albese rappresenti una zona fiorente da molti punti di vista, rimangono alcuni tasti dolenti. È al corrente dell’attesa trentennale per completare l’autostrada Asti-Cuneo e dei dubbi sulla ristrutturazione del carcere di Alba?

«Prima di tutto, apprezzo questa zona per l’ospitalità e la simpatia dei suoi cittadini, che ho imparato a conoscere negli anni. Stiamo parlando di un territorio ricco di opportunità, a partire dalla crescita esponenziale del turismo, che proprio nel 2016 ha raggiunto le 700mila presenze. È evidente che si è lavorato molto per il suo rilancio e che questa è la strada giusta. Dall’altro lato, però, esistono problemi: il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo, così come la realizzazione della tangenziale di Alba sono due punti chiave. A proposito del carcere, invece, conosco bene i problemi con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria».

E che dire della soppressione del Tribunale?

«Tutto nasce dalla rivisitazione delle circoscrizioni giudiziarie, con i conseguenti accorpamenti. Dal momento che il Piemonte era la regione con il maggior numero di uffici giudiziari, è stato necessario agire in questo modo. Una situazione analoga è stata quella delle Preture, che ricordo bene, dal momento che ho iniziato la mia carriera come pretore. La loro soppressione, proprio come i Tribunali, è stata molto difficile e sofferta, per i fori, gli avvocati e anche per i cittadini. Ma credo che oggi esistano molte più possibilità di comunicazione: se si riuscisse ad arrivare a un sistema digitalizzato, si risolverebbe la questione».

Francesca Pinaffo

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