Da Osservatorio e Italia nostra tre sì per l’Asti-Cuneo: superstrada, tunnel e opere complementari

Giovanni Monchiero torna a interrogare il ministro Delrio sull'Asti-Cuneo
Oggi a Cherasco l’autostrada finisce… in un campo.

BRA Si sono ritrovati al polifunzionale Arpino, nella serata di venerdì 3 luglio,  i rappresentanti dell’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, di Italia nostra e del Comitato Si, Si, Si, i cittadini braidesi e i rappresentanti politici del territorio, per parlare del tema Asti-Cuneo, un lavoro da terminare.

Dopo un’analisi approfondita delle principali questioni economiche, giuridiche e del crono-programma teorico, si è cercato di mettere in luce gli elementi migliorativi che il territorio dovrebbe ottenere dal negoziato con la società Gavio.

Da Osservatorio e Italia nostra tre sì per l’Asti-Cuneo: superstrada, tunnel e opere complementari
I relatori della serata. Da sinistra: Cesare Cuniberto, Angelo Mallamaci e Silvio Veglio.

Spiega Angelo Mallamaci, presidente della sezione di Italia nostra: «Dopo gli incontri di Verduno con i sindaci del territorio e di Gallo Grinzane con la società concessionaria Autostrada Asti-Cuneo, rappresentata dal presidente Giovanni Quaglia, abbiamo ulteriormente ribadito i punti che vanno migliorati, nello spirito di assicurare il più efficace completamento del progetto in linea col nuovo piano economico-finanziario approvato dal Cipe». E aggiunge: «Noi diciamo Si alla superstrada, Si al tunnel a una canna, per evitare danni ambientali in un territorio parte in zona Unesco e Si, alle opere complementari, mentre ribadiamo il no al pedaggio per Verduno (la gabella dei malati) e alla discarica».

Nella serata si è anche sottolineato come da parte della ditta Gavio ci sia l’impegno a non realizzare appunto la discarica, a non far pagare il pedaggio agli utenti dell’ospedale e a rivedere il percorso del tronco A (Verduno – moncone dì Cherasco), il cui progetto prevedeva due viadotti di oltre 2 km, con una soluzione ancora allo studio, meno impattante, ma non ancora nota. Una preoccupazione emersa è certamente quella legata allo spostamento di tutta l’utenza braidese a Verduno: non solo sanitari e impiegati dell’Asl, ma anche gli ammalati, che devono utilizzare strade statali e provinciali, già ora molto intasate, sulle quali graveranno ulteriormente 2,5 milioni di affluenze annue verso il nuovo nosocomio.

Conclude Mallamaci: «Il numeroso personale medico e sanitario, nonché impiegati e operatori braidesi, dovranno affrontare grandi disagi: infatti, oltre a non sapere quando sarà completata l’Asti-Cuneo, non si conoscono nemmeno i tempi necessari per il potenziamento e completamento di via Nogaris, l’unica opera complementare timidamente richiesta dagli amministratori del braidese e promessa a suo tempo da Gavio, che potrebbe alleviare un poco i disagi degli spostamenti».

Valter Manzone

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