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Due milioni e mezzo di tasse evase: nuove accuse per imprenditori vinicoli astigiani

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CANELLI Un milione di imposte evase e un milione e mezzo di Iva non corrisposta allo Stato: sono le nuove imputazioni, formulate dalla Guardia di finanza del capoluogo astigiano, a carico dei falsari del vino (nove persone), legate a una cantina dell’area di Canelli, accusate di falso e frode in commercio, reati tributari e riciclaggio. Gli sviluppi dell’attività investigativa, che aveva portato a cinque arresti domiciliari e a quattro misure di obbligo di dimora, hanno permesso di appurare come gli stessi imputati avessero stabilito la sede dell’azienda in Svizzera, per evitare di pagare le tasse in Italia: una serie di approfondimenti ha portato i finanzieri a concludere che la sede operativa e amministrativa della società si trovava in Italia, paese dove si svolgevano anche le attività. La collocazione elvetica era in realtà una copertura formale, una prassi nota come estero-vestizione: la ricostruzione contabile è valsa al legale rappresentante dell’azienda una denuncia per omessa dichiarazione.

Davide Gallesio

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