Da pescatori di pesci a pescatori di uomini

PENSIERO PER DOMENICA – XIII TEMPO ORDINARIO – 26 GIUGNO

Con questa domenica riprendiamo il cammino del tempo ordinario. Al centro delle letture c’è la chiamata: l’invito rivolto a una persona a dare una svolta alla propria vita. È successo così a Eliseo, chiamato da Elia, e a due anonime persone chiamate da Gesù. Cerchiamo di cogliere dai testi biblici (1Re 19,16-21; Gal 5,1-13; Lc 9,51-62) cosa implica una chiamata.

Da pescatori di pesci a pescatori di uomini
La chiamata degli apostoli, da miniatura araba del XVII secolo. Parma, Biblioteca Palatina.

Ogni chiamata chiede un taglio col passato. È evidente in Eliseo, che abbandona la professione di contadino – oltretutto di famiglia agiata, tanto da permettersi 12 paia di buoi! – per seguire Elia. Egli però ha il tempo per congedarsi dalla famiglia e dal clan, addirittura con il banchetto d’addio. Quando a chiamare è Gesù, il taglio con il passato deve essere più netto e radicale: nemmeno il tempo di volgersi indietro. Ecco allora la richiesta di distacco dai beni materiali e dagli affetti più cari, fino al paradossale «lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

La radicalità del Vangelo non è però mai intolleranza. Questa è la tentazione dei migliori, come Giacomo e Giovanni che, nel brano evangelico, suggeriscono a Gesù di far scendere fuoco dal cielo sui Samaritani, colpevoli di non averli accolti. Anche Paolo mette in guardia i Galati dal fanatismo: «Se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto». L’alternativa al fondamentalismo è chiara e semplice: «Mediante l’amore siate a servizio gli uni degli altri». Ecco la grande novità di Gesù, colta molto bene da Paolo: l’amore al fratello messo sullo stesso piano dell’amore per Dio, per evitare che qualcuno, per amore di Dio sia tentato di uccidere il fratello.

Ogni chiamata chiede di gettare uno sguardo al futuro. La parola di Dio quando raggiunge un uomo è luce che rivela nuovi orizzonti: Eliseo, da contadino diventa profeta; i dodici, da pescatori di pesci diventano pescatori di uomini. Anche Gesù, prendendo «la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme», si lascia alle spalle sia la professione di falegname, sia il ministero in Galilea, dove non correva i rischi che correrà a Gerusalemme. Anche come Chiesa dobbiamo guardare al futuro, affrontare il rischio della novità. Nel Vangelo sono descritti tre tipi di distacco: dal passato, dalle cose e dagli affetti. La prospettiva non è però quella di avventurieri solitari, perché ci si salva insieme, in una logica di nuova convivenza comunitaria, che per noi cristiani è vita di Chiesa: guardare avanti e innovare per non morire! In fondo, la sfida del Sinodo!

 Lidia e Battista Galvagno

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