Tonino Verro, la morte di un sognatore.

Neive piange la scomparsa del Commendator Tonino Verro
Tonino Verro - (@ photo Murialdo)

LUTTO Il merito di aver conosciuto Tonino Verro nel giugno del 1977 lo devo al caso. Allora ero un giovane praticante dello studio dell’onorevole Vitale Robaldo, un altro grande di questa terra che non sempre ha ripagato in modo adeguato i suoi figli migliori. Tonino allora aveva accompagnato il padre che era cliente dello studio legale. Lo rividi dieci anni dopo quando cominciavo la mia esperienza di direttore della neonata Azienda di promozione turistica Langhe e Roero (da cui è scaturito nel 1996 l’attuale Ente turismo Langhe Roero con l’estensione, in seguito, di Monferrato).

Se ci sono eventi e persone che ti segnano la vita, Tonino è stato uno di questi. Dopo un incontro quasi casuale dieci anni prima, la frequentazione con Tonino Verro, patron de La Contea, fu costante e si protrasse nel tempo. L’ultimo evento che organizzammo insieme all’allora delegato Enit, Gianfranco Pompeo, fu a Cannes nel prestigioso Hotel Majestic, nel 2013. Tonino è stato, inseme a Cino Tortorella, il mio maestro prediletto e mi ha insegnato molto guidandomi alla conoscenza di un turismo che compiva i primi passi. Tenendo conto che si parlava di una stagionalità limitata a settembre e ottobre, con soli 1.500 posti letti circa e con l’enogastronomia che per la Regione Piemonte non era turismo! Con lui e attraverso di lui sono stato introdotto nella catena dei ristoranti del buon ricordo e di tanti altri chef di fama di allora e inserito nella cerchia di tanti giornalisti dell’enogastronomia.

Tonino Verro è stato uno dei principali pionieri del turismo del buon bere e del buon mangiare di questa terra langarola che ora pensa, addirittura, a contingentare i flussi, come dice qualcuno. Un magnifico autodidatta nella ristorazione e nel mondo del vino. Se oggi ci sono chef di grido e stellati, i veri pionieri sono stati quelli, come Tonino, Felicin di Monforte, Gian Bovio di La Morra, Guido di Costigliole, Cesare Giaccone di Albaretto Torre, che hanno fatto grande la ristorazione. In seguito, i grandi chef di Langhe e Roero hanno avuto vita “facile” perché loro hanno aperto la strada ad un turismo enogastronomico.

Senza di loro, e includo l’allora Apt Langhe e Roero che, alla chiusura, lasciò un turismo solido, saremmo ancora agli esordi, per dirla in piemontese, al pian dei babi. Tanti lo ricorderanno con passione come quelli che andavano, come Paolo Conte, a celebrare con gli amici il proprio compleanno il giorno della Befana alla Contea. Capitò anche a me di andare a festeggiare un’Epifania proprio da Tonino il 6 gennaio. Un ristorante, gestito insieme alla moglie Claudia Francalanci, che ha fatto, alla Contea di Neive, una grande ristorazione, la quale ha contribuito a rendere Neive uno dei borghi più belli d’Italia.

Spentosi all’età di 74 anni, nell’ultima telefonata di poco tempo fa ci eravamo ripromessi di rivederci prima delle festività natalizie. Non è stato così: nella vita che incontra la morte, l’ultima beffa è stata il tempo. Mi mancherai, come mancherai a molti di noi che hanno goduto del tuo dolce caratteraccio. Per dirla con Jonathan Swift, «visione è l’arte di vedere con lungimiranza e sognare le cose che gli altri non vedono», e Tonino Verro le ha sognate tutte.

Tommaso Lo Russo

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