Se nel pronto soccorso ci sono dei problemi, perché Gazzetta non dovrebbe segnalarli?

Pronto soccorso
Foto di repertorio

LETTERA AL GIORNALE Gentile direttore, la settimana scorsa abbiamo nuovamente accolto la giornalista vostra collaboratrice Francesca Pinaffo in pronto soccorso. Obiettivo della visita e della permanenza nei locali sanitari del presidio Michele e Pietro Ferrero era quello di osservare direttamente la situazione e descrivere ai cittadini quanto sta accadendo.

L’articolo che è stato pubblicato sul vostro giornale martedì 17 gennaio è una descrizione fedele e partecipata del pronto soccorso, e raccoglie correttamente le dichiarazioni rese dal personale dell’Asl. Devo purtroppo lamentare che il titolo è totalmente fuorviante e carico di emotività negativa. “Al Ferrero possono occorrere 36 ore per avere un posto” fa immaginare ai cittadini e alle cittadine che leggono il titolo che le persone siano abbandonate fuori dal presidio per oltre un giorno ad attendere “un posto”. È vero che il testo dell’articolo che segue dettaglia avvenimenti e condizioni, ma è altrettanto noto che la prima lettura si ferma al titolo e che è difficile poi farla mutare con un testo che viene letto solo dalle persone più attente e competenti.

Tutto il personale affronta quotidianamente difficoltà molto importanti, con una dedizione e una professionalità che il titolo non cita e sembra addirittura negare, sottolineando solo gli aspetti deteriori. Tutte le cittadine e i cittadini che si presentano in pronto soccorso vengono assistiti in modo completo e con tempi inversamente proporzionali alla gravità del loro problema, in totale e piena sicurezza. Anche questo aspetto, viene completamente oscurato dal titolo.

Una delle difficoltà maggiori che gli operatori devono affrontare durante i loro turni di lavoro è rappresentata dalla scarsa comprensione da parte degli utenti, che spesso richiedono, talora pretendono attenzioni non dovute e non proporzionali al loro bisogno: il tempo impiegato in discussioni viene sottratto all’assistenza e aumenta i tempi necessari per concludere i processi. Il titolo dell’articolo aumenta la tensione “contro” la struttura e il personale e non è di alcun aiuto al corretto utilizzo dei servizi sanitari e al rispetto del personale in servizio.

Inoltre: l’articolo nel suo complesso evidenzia come le difficoltà a reperire personale per la degenza ospedaliera condizioni l’operatività del pronto soccorso e i tempi di assistenza in quella sede, mentre il titolo sembra concentrare sul pronto soccorso un giudizio di inefficienza e di pericolosità. Infine, il pronto soccorso del presidio di Verduno presenta accessi simili ai più importanti pronto soccorso del Piemonte, in continua crescita dall’apertura, e le condizioni di assistenza, compresi i tempi, sono del tutto rispettabili. Il titolo sembra presentare il pronto soccorso di Verduno come se fosse il peggiore.

Mi è noto che usualmente il titolo non è assegnato dall’autrice del pezzo, quindi esprimo alla direzione di codesto giornale il mio rammarico perché si sia persa un’occasione per seminare informazione completa e oggettiva, se non qualche segno di positività. La nostra organizzazione mette passione e impegno nell’assistere i pazienti, con i limiti delle risorse disponibili. Oltre a questo assicura collaborazione alle testate giornalistiche nella speranza che queste possano aiutare a diffondere messaggi anche formativi, oltre che di corretta informazione.

Spiace che la collaborazione venga utilizzata per creare rumore e che un titolo rovini un pezzo di informazione onesto e corretto. Sempre disponibile ad approfondimenti, mi auguro che questa mia vibrata protesta possa essere utile a variare la vostra posizione editoriale.

 Massimo Veglio, direttore generale

Gentile dottor Veglio, non abbiamo “posizioni editoriali” preconcette, come lascia intendere. Ma è pur vero che la notizia molto spesso è data da ciò che non funziona, rispetto a ciò che va bene. E se pubblichiamo continuamente ringraziamenti di chi è curato bene, verifichiamo anche i problemi segnalati dalla gente in tema di sanità. Potremmo fare ogni settimana paginate di lagnanze e proprio da queste è scaturita la decisione del servizio. La sua lunga missiva non smentisce il problema, che è ammesso a livello generale persino dal presidente della Regione. Abbiamo dato conto delle difficoltà, dei tentativi di risolverle, dell’abnegazione dei sanitari e di alcune criticità che permangono, come fa un giornale che risponde ai suoi lettori (che non sono stupidi e non si fermano al titolo), dando risalto alle buone notizie – vedi la costante collaborazione con l’Asl per le pagine della salute – come a quelle che buone non sono. 

g.t.

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