ABITARE IL PIEMONTESE Per esprimere l’assenza totale di qualsivoglia essere umano nei paraggi, la lingua piemontese annovera la parola gnun (nessuno). Quando quell’assenza è così desolante, viene seguita dall’esclamazione sospirata: nen n’ànima (neppure un’anima).
L’etimologia di gnun è data dall’espressione latina Nec Unum (non uno), che si differenzia dall’etimo dell’italiano nessuno (ne ipsum unum). Si deve constatare che tempo fa c’imbattemmo in questa frase dell’Antigone di Sofocle: il corpo di Poliníce […] ha bandito ai cittadini, dicono, che niun gli dia sepolcro, e niun lo gema […]. Si tratta di una traduzione di inizio Novecento a opera di Ettore Romagnoli, grecista e letterato italiano, che attinge alla medesima etimologia e assonanza del gnun di cui parliamo questa settimana.
Gnun (al femminile: gnun-a) è disseminato nella parlata colloquiale piemontese, fino ai proverbi: i-i è gnun bon a fé lo-lì (non c’è nessuno capace di svolgere quella mansione/attività); avejne gnun (averne nessuno, riferito al denaro, essere al verde); gnun problema! (nessun problema!); Maȓia, bela Maȓia, tuti ȓa veuro e gnun a ȓa pìja (Maria, bella Maria, tutti la vogliono e nessuno la sposa); j’aso ‘d Cavour, i-i é gnun ch’a i lauda e ‘s laudo da loȓ (gli asini di Cavour, non essendoci nessuno a lodarli, si lodano da soli). Facciamo una confidenza: ultimamente ogni volta che apriamo la buca delle lettere e la troviamo vuota, esclamiamo: gnun-e neuve, bon-e neuve!
Gnun significa anche zero, inteso come nessun punto/gioco. Quatr a gnun, che letteralmente si traduce con quattro a zero, significa in modo secco, netto. I giochi in cui c’è la possibilità di concludere la mano con quattro punti, sono le bocce quando i giocatori giocano a coppie (con due bocce a testa, dunque quattro totali), oppure il gioco della scopa in cui i punti base sono quattro (carte, denari, settebello e primiera). Chi vince quattro a zero dimostra con un secco punteggio e inequivocabile la propria superiorità. Ecco perché quatr a gnun è utilizzato per rappresentare un caso in cui le questioni sono state risolte in modo netto.
Paolo Tibaldi
