Festival di Venezia: parte la corsa al Leone d’oro

Woody Allen ha presentato il suo cinquantesimo film. Sei pellicole italiane in corsa per il Leone d'oro

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VENEZIA Alla sua 80ᵃ edizione, il Festival del cinema di Venezia propone film di qualità e presenze importanti nonostante lo sciopero degli attori di Hollywood iniziato alcune settimane fa. In gara per il Leone d’oro ci sono 23 pellicole e sei film sono italiani:

  • Comandante di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino, che ha aperto la rassegna.
  • Poi Io Capitano di Matteo Garrone;
  • Finalmente l’alba di Saverio Costanzo;
  • Enea, opera seconda e attesa di Pietro Castellitto, anche protagonista insieme a Benedetta Porcaroli;
  • Lubo di Giorgio Diritti;
  • Adagio di Stefano Sollima ancora con Favino, Toni ServilloValerio Mastandrea.
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L’arrivo di Woody Allen a Venezia

Approda nella città lagunare l’attesissimo Woody Allen, che porta al Festival il suo ultimo film, il cinquantesimo della sua carriera e secondo voci indiscrete anche l’ultimo in assoluto, non presentato al Festival di Cannes a causa di accuse dalle quali Woody è già stato assolto due volte per una sensibilità nata col #MeToo che oggi sta causando una sorta di caccia alle streghe.

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Coup de chance di Woody Allen arriverà nelle sale italiane a dicembre col titolo Colpo di fortuna

Woody è comunque felice di portare il suo Coup de chance a Venezia come dichiarato da lui stesso in un’intervista: «Questo è il mio cinquantesimo film. È stato un grande privilegio averlo realizzato a Parigi ed è un grande onore presentarlo a Venezia».

Il film, che arriverà nelle sale italiane a dicembre col titolo Colpo di fortuna, presentato al festival nella sezione Fuori concorso, parla di una storia d’amore, dove si indaga nella personalità, a volte complessa, dei personaggi e dell’importante ruolo che il caso e la fortuna giocano nelle nostre vite. Al centro di tutto l’apparente coppia ideale Fanny e Jean, professionalmente affermati, vivono in un meraviglioso appartamento in un esclusivo quartiere di Parigi e sembrano innamorati come quando si sono conosciuti. Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi. I tre protagonisti sono: Lou de Laage, Melvil Poupaud e Niels Schneider, la parte principale del cast oltralpe scelto personalmente da Allen per un film tutto francese e che potrebbe stravolgere la corsa all’Oscar per il miglio film internazionale.

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Priscilla

Dopo tredici anni dalla vittoria del Leone d’Oro nel 2010 con Somewhere, torna a Venezia l’attesissima Sofia Coppola col suo film in concorso Priscilla, basato sul libro di memorie Elvis and me, scritto dalla stessa Priscilla Presley nel 1985 per raccontare il suo rapporto e la vita al fianco del re del Rock’n Roll Elvis, col quale fu sposata dal 1967 al 1973 e con cui ebbe una figlia deceduta lo scorso gennaio.

«Sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley sugli anni che ha vissuto, da giovane donna, a Graceland. E ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità. Come artista per me è importante mostrare il mondo attraverso gli occhi dei miei personaggi, senza giudicare. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui», dichiara Coppola in un’intervista.

Un film che si apre con una carrellata di dettagli in primo piano che fanno comprendere allo spettatore l’evoluzione della personalità della protagonista, con una sensibilità e un’attenzione ai dettagli che esprimono tutto l’essere donna della regista. Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu (interpretata dalla giovane e brava Cailee Spaeny) incontra a una festa Elvis Presley (interpretato dall’australiano Jacob Elordi), l’uomo, che è già una superstar del Rock’n Roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile.

Attraverso gli occhi di Priscilla, si ha la possibilità di conoscere il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama. «Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significa e ha significato essere donna per lei e per le generazioni successive. Ha vissuto esperienze comuni a molte giovani donne, con la differenza che le ha affrontate in un contesto inusuale. Ed è per questo che nella storia di Priscilla, pur essendo unica, ci possiamo incredibilmente identificare tutte», dice Coppola. Il film è prodotto da A24 con l’italiana The apartment di Lorenzo Mieli.

Della sezione Orizzonti, il film del regista tunisino Oura el jbel (Dietro le montagne). Il film è la storia di un uomo che scappa con violenza dal suo ambiente piatto e conformista, sfuggendo alla società e ai suoi principi, codici e istituzioni. Dopo aver scontato una pena di quattro anni in prigione, Rafik deve fare i conti con una realtà familiare che non esiste più.

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Oura el jbel

Rafik non è un intellettuale. Non segue nessuna ideologia e non riesce a esprimere a parole la sua visione del mondo. Le sue azioni sembrano nascere da un impulso intenso, quasi selvaggio. Infatti, dopo la separazione dalla moglie il suo unico obiettivo è quello di recuperare il rapporto col figlio. Arriverà persino a rapirlo in pieno giorno per passare del tempo con lui nel bosco dietro le montagne, desideroso di mostrargli la capanna in cui adesso vive, uno spazio che Rafik vorrebbe solo per loro. La loro presenza però provocherà degli scontri con una famiglia locale. Il rifiuto di una società brutalmente conformista è guidato da uno slancio straordinario: un impeto vitale di libertà, un profondo desiderio di scappare da una realtà monotona e standardizzata, da un mondo convenzionale e squallido che è diventato il regno del politicamente corretto e del pensiero unico, dove ogni ordine è imposto senza senso. In tempi in cui la paura e le convenzioni sociali governano il mondo, Rafik è una minaccia. «Ho voluto mostrare un uomo capace di ampliare i confini del possibile, in un Paese ormai schizofrenico e in un mondo che è diventato assurdo», dichiara il regista nella conferenza stampa.

Il regista Richard Linklater porta a Venezia Hit man, un film fuori concorso che mescola diversi generi: commedia, noir, thriller, dramma psicologico; ma soprattutto indaga sul concetto di identità, e su quanto la nostra personalità possa, o meno, cambiare a seconda delle situazioni in cui ci si trova. Gary Johnson è il killer professionista più richiesto di New Orleans.

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Hit man

Per i suoi clienti è come se fosse uscito da un film: il misterioso sicario da ingaggiare. Ma se lo si assolda per fare fuori un marito infedele o un boss violento, è bene stare in guardia, perché lui lavora per la polizia. Quando infrange il protocollo per aiutare una donna disperata che cerca di scappare da un fidanzato violento, si ritrova ad assumere una delle sue false identità: si innamorerà della donna e accarezzerà l’idea di diventare lui stesso un criminale. Il film è liberamente ispirato a un articolo apparso quasi vent’anni fa sulla rivista Texas Monthly, riguardante un fatto di cronaca nera veramente accaduto.

Walter Colombo, inviato a Venezia

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