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La libera repubblica di Roddino vince il Piemonte documenteur festival

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Foto di gruppo al termine della serata di premiazione.

CINEMA Come decretato dalla giuria, presieduta da Sergio Troiano, è La libera repubblica di Roddino il vincitore del Piemonte documenteur 2023. Il festival, diretto da Ilaria Chiesa, è dedicato al genere dei falsi documentari. Per tutta la settimana, cinque troupe cinematografiche hanno lavorato in altrettanti paesi, coinvolgendo autorità e cittadini. La serata finale è stata sabato 2 settembre, all’auditorium Horszowski di Monforte d’Alba.

A ideare e girare la pellicola vincitrice sono stati i Fitz-Contini, ossia Filippo Romanelli, Francesco Tinarelli e Francesco Contini. Partendo da una bega burocratica, il paese si rende indipendente e il sindaco Marco Andriano è costretto all’esilio in Catalogna. I roddinesi prendono la questione sul serio, prevedendo l’uso di una nuova moneta, il Rabellino, basato sul tempo. Passaggio centrale è la scena in cui Gemma, dell’omonimo ristorante, indica da una parte le ricche colline vitate, dall’altra i boschi e i noccioleti dell’alta Langa: alla fine, constata che Roddino è la terra di mezzo.

Il riconoscimento della critica è andato a Il senso della vite, girato a Novello da Domenico Bruzzone, Mauro Mola e Bruno Ugioli, alias Tre uomini e una Langa. Partendo da una leggenda su uve in grado di comunicare con gli umani, si sviluppa un improbabile culto della Nascetta, con tanto di patriarca.

Atmosfere cupe, quasi alla David Lynch, per Il Di Luvio universale di Simone Rosset, Davide Oddone e Luca Martone, ossia Le falene. A loro è stata assegnata una menzione speciale da parte della giuria. Siamo a Murazzano e tutto parte dalla lieta notizia dell’elezione del consiglio comunale dei ragazzi. In seguito, scappa un ippopotamo dal parco Safari e la situazione degenera: ci rimette anche il fonico della troupe, il quale perde l’uso delle orecchie.

Il premio distribuzione, assegnato da Lucila Riggio di ShortsFit, se lo è aggiudicato Barolo is dead, girato a Castiglione Falletto dagli H-tony (Anna Cordioli, Francesco Moroni Spidalieri e Simone Dipietro). Un temibile parassita minaccia la viticoltura e nulla sembra possa fermarlo. Perché non tentare di farlo abbracciando le viti? Detto fatto, sembra qualcosa migliori: ma non c’è il miracolo, bensì una spiegazione data da una scienziata.

Gli Orsi marsicani, formati da Alex Banzi, Francesco Meatta e Marco Sansoni, hanno prodotto, a Monforte d’Alba, Quei Barolo ragazzi, aggiudicandosi il premio del pubblico. Possono i soldi comprare tutto? Inizialmente sembra di sì, con la squadra di calcio dei Barolo boys venduta a uno sceicco. La piramide calcistica è rapidamente scalata, relegando però i monfortesi autoctoni in panchina. Ecco che, nel momento della finale di Coppa Italia, si compie il gran boicottaggio, con il pubblico di casa radunatosi al campetto del paese, come ai vecchi tempi, e non allo stadio. E, poco dopo, il controllo dei Barolo boys tornerà al popolo di vignaioli.

Davide Barile

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