Ad Alba la fiaccolata per la pace accompagna la luce di Betlemme

La guerra, la violenza e il sopruso fanno tanto rumore. La pace, come la fraternità, non ha bisogno di essere urlata, ma necessita di rispetto e cura, proprio come un’esile fiammella

Ad Alba la fiaccolata per la pace accompagna la luce di Betlemme 1

ALBA Anche quest’anno la Luce della pace di Betlemme arriverà ad Alba dopo un lungo viaggio dall’Austria, passando per la Giordania. L’appuntamento è per sabato 16 dicembre quando la fiammella, che ogni anno viene accesa nella basilica della Natività, arriverà in città accompagnata dagli scout.

Una delegazione da Trieste viaggerà sul treno fino a Ventimiglia, con fermate e iniziative di accoglienza nelle varie stazioni fino ad Asti, dove sarà prelevata per poi essere portata ad Alba. Alle 20.30 si terrà una fiaccolata silenziosa per la pace con partenza da piazza Michele Ferrero e arrivo davanti al Municipio.

Ad Alba la fiaccolata per la pace accompagna la luce di Betlemme

Gli organizzatori fanno sapere: «La scelta di fare questa iniziativa in silenzio, senza simboli e bandiere, ma solo con le fiaccole, è dovuta al fatto che la guerra, la violenza e il sopruso fanno tanto rumore. La pace, come la fraternità, non ha bisogno di essere urlata, ma necessita di rispetto e cura, proprio come un’esile fiammella, raccolta nella grotta della Natività di Betlemme».

Ci saranno veglie parrocchiali di preghiera per la pace in preparazione del Natale con distribuzione della Luce, sempre alle 20.30: al Duomo si terrà lunedì 18; a Santa Margherita mercoledì 20 e in Cristo re venerdì 22.

Gli scout albesi trasporteranno la fiamma nel luoghi simbolici della città di Alba e dintorni domenica 17 dicembre: per chi vuole portare a casa la Luce, basta munirsi di un cero, una candela oppure una lanterna.

Alla marcia silenziosa, con la luce di Betlemme parteciperanno anche le Donne in nero contro la guerra «per testimoniare con la nostra presenza la volontà di vivere senza guerre, violenze, soprusi, indifferenza. Ci auguriamo che una partecipazione numerosa possa essere testimonianza del desiderio diffuso di uscire dal sistema della guerra».

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