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Dalla Calabria ad Alba per il beato Giuseppe Girotti

Dalla Calabria ad Alba per il beato Giuseppe Girotti
Da sinistra Renato Vai e don Colaci

IL PERSONAGGIO La figura di padre Giuseppe Girotti, domenicano albese morto nel lager di Dachau e beatificato nel 2014, rimane ancora poco nota. Per coloro che ne vengono a conoscenza è in grado di unire e favorire incontri e scambi. Un esempio lo fornisce don Francesco Colaci, sacerdote trentenne di Cessaniti (in provincia di Vibo Valentia), nella diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.

Il 15 aprile ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale ed è iscritto al corso di licenza in storia della Chiesa alla Pontificia università della Santa croce di Roma, istituzione per la quale sta preparando una tesi incentrata proprio sul martire albese. Ad Alba è stato, per un breve ma proficuo passaggio, nella mattinata di venerdì 17 novembre.

Dice don Francesco: «Possedevo già il baccalaureato in teologia e la licenza in bioetica, insieme al vescovo Attilio Nostro si è deciso di farmi proseguire gli studi. La storia, soprattutto moderna e contemporanea, è sempre stata la mia grande passione. In particolare, mi interessava approfondire il rapporto che nazismo e fascismo ebbero con la Chiesa. L’argomento lo avevo già toccato in parte nella precedente tesi in bioetica, parlando degli esperimenti di eugenetica nei campi di concentramento».

Nel nuovo percorso di studi «ho voluto affrontare il tema della santità nei lager. Mi sono così imbattuto nella figura di padre Girotti, che in precedenza non conoscevo, e mi sono focalizzato su di lui». Se in alcune biografie era presentato come «un domenicano un po’ ribelle, che non seguiva la regola, praticava però la carità in segreto. Grande fu la sua generosità nell’aiutare partigiani ed ebrei. Incredibile la sua serenità all’arrivo a Dachau. Don Angelo Dalmasso disse che, pur sapendo di essere vicino alla morte, continuava a sperare nella vita, ripetendo spesso di essere arrivato alla decima stazione della Via crucis. Nel blocco dove era internato, in un clima di paura e odio, spicca il suo esempio in grado di insegnare amore per il prossimo». Scrivere la tesi su padre Girotti «mi ha permesso di conoscere una Chiesa che a Dachau sembrava sconfitta ma, invece, era vittoriosa».

Le ricerche «mi hanno portato ad Alba, dove ho incontrato persone che nutrono grande amore nei confronti di padre Girotti, a partire dall’appassionato e competente Renato Vai. Quando avrò discusso la tesi lascerò gratuitamente i diritti per la pubblicazione all’associazione Padre Girotti. Mi auguro anche che, il prima possibile, si possa arrivare alla canonizzazione del domenicano albese». 

Davide Barile

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