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Le vittime del Superbonus: condomini bloccati ad Alba

Superbonus: Agenzia delle Entrate, cessione del credito dal 15 ottobre

EDILIZIA Un anno e mezzo con un cantiere allestito, i lavori completati nemmeno per la metà, nessun operaio in vista e tutti i disagi connessi a una situazione di totale incertezza: anche ad Alba, come in molte altre città italiane, il Superbonus ha lasciato dietro di sé una scia di malcontento e aspettative disattese. Di fronte al drastico ridimensionamento voluto dal Governo di Giorgia Meloni, che in sostanza determina la fine dell’agevolazione, facendo tramontare le speranze di chi contava su una proroga vera e propria, a essere particolarmente toccati sono i residenti dei condomini rimasti a tutti gli effetti in una situazione di stallo.

«Ciò che affrontiamo da un anno e mezzo è paradossale: abbiamo aderito a una possibilità di miglioramento prevista dalla legge italiana, per poi trovarci in una sorta di limbo, fino ad arrivare a un presente in cui si prospetta la possibilità concreta di dover pagare di tasca nostra parte dei lavori», spiega un’albese che vive in un condominio, coperto in parte dai ponteggi, in un zona residenziale di Alba.

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Egea

Sul cartello con i dettagli del cantiere si legge la scritta “Egea”, che dal 2020 è scesa in campo nell’ambito degli interventi del Superbonus come general contractor, facendosi cioè carico di tutti gli aspetti gestionali dei lavori di efficientamento energetico. In occasione della presentazione del bilancio 2021, l’ultimo approvato, la multiutility albese ha sottolineato l’avvio di 120 interventi, tra Bonus facciate e Superbonus, non solo nell’Albese e Braidese, ma anche in altre province e regioni.

«Ad Alba vediamo che diversi condomini sono stati completati. Il nostro, al contrario, rientra tra quelli che si trovano nella situazione peggiore: non più del 20 per cento degli interventi sono stati conclusi, peraltro in modo non ottimale, per poi sospendere il cantiere e lasciarci in una situazione di totale incertezza, senza giustificazione di alcun tipo», riprende la donna da noi interpellata.

«Abbiamo partecipato a molte riunioni. All’inizio, siamo stati rassicurati, senza vedere risultati concreti. In seguito, la situazione è peggiorata, perché l’azienda è “scomparsa”: impossibile avere risposte e tantomeno spiegazioni sullo stop dei lavori e soprattutto sul futuro. Oggi siamo quasi rassegnati: ci sono famiglie che vivono “ingabbiate” da un anno e mezzo, con balconi e finestre coperte da ponteggi. È una situazione invivibile, ancora di più perché non riusciamo a vedere una via di uscita. In questo momento si prospetta la possibilità di concludere i lavori, usufruendo dell’agevolazione al 70 per cento, ma non credo che tutte le famiglie saranno d’accordo nel pagare una parte degli interventi. Ci chiediamo come sia possibile che il Comune non sia intervenuto: Egea è in parte pubblica e anche noi siamo cittadini albesi».

La situazione, già difficile per i cambiamenti al provvedimento sul Superbonus imposti dal Governo, si sposa ad Alba ai problemi della multiservizi: se n’è parlato nelle fasi di valutazione delle offerte per l’acquisizione della maggioranza dell’azienda, che alla fine ha visto prevalere Iren, ma la trattativa in esclusiva dovrebbe portare a risultati concreti non prima della primavera.

Come la stessa Iren ha precisato in diverse comunicazioni ufficiali, l’offerta avanzata per il risanamento di Egea non comprende il ramo dell’efficientamento energetico relativo al 110 per cento, che sarebbe una delle cause principali della crisi finanziaria dell’azienda, tra investimenti e una situazione implosa, alla luce dell’aumento dei prezzi e del blocco alla cessione dei crediti.

Sul futuro dell’asset, che fa parte della società Egea Pt (Produzioni e teleriscaldamento), non sono chiari i prossimi passaggi. Di certo la società rientra tra quelle inserite nella procedura di composizione negoziata della crisi avviata presso la Camera di commercio, insieme alla capogruppo Egea Spa e a Egea commerciale. Abbiamo provato a chiedere chiarimenti all’azienda, che non ci ha fornito risposte.

Il quadro è fosco non solo per chi attende la conclusione dei lavori legati al Superbonus, ma anche per chi ha collaborato con Egea come professionista. Così spiega un tecnico albese del settore edile: «Nell’ambito del 110 per cento, ho avviato una collaborazione importante con Egea, tanto che il 2021 è stato assorbito quasi unicamente da questi incarichi.

Ma sono due anni che attendo di essere pagato: più volte mi è stato detto di avere fiducia, ma ora l’azienda si è trincerata dietro al silenzio e non riesco nemmeno a mettermi in contatto con le persone con cui mi sono sempre confrontato. Valuterò come procedere, ma l’impressione è che si attenda il passaggio a Iren: spero che questa matassa possa sbrogliarsi al più presto».

Francesca Pinaffo

«Ora si pensi a qualche misura più snella»

Le vittime del Superbonus: condomini bloccati ad Alba
Giuseppe Trossarello

«Finalmente pare che il Governo abbia deciso di mettere la parola fine al Superbonus». Lo dice Giuseppe Trossarello, rappresentante degli edili di Confartigianato Cuneo, a sua volta imprenditore edile di Lequio Tanaro, attivo in tutta la provincia. «Per fortuna, siamo riusciti a completare tutti i lavori entro la fine dell’anno, ma non è stato un periodo semplice, soprattutto per quanto riguarda la cessione dei crediti, dal momento che in pochissimi hanno riaperto questa possibilità e il valore si è abbassato di molto. Il Superbonus è partito molto bene ed effettivamente ha dato una scossa importante al nostro comparto, ma oggi la situazione non era più sostenibile, soprattutto per le piccole e medie aziende artigiane».

Trossarello si spiega meglio: «Negli ultimi tre anni abbiamo assistito a un aumento dei prezzi dei materiali mai visto prima, proprio sulla scia di questa ondata di grandi lavori. A seguito di questo stop, avremo di certo un calo dei cantieri, ma mi auguro che questo possa portare anche a un riallineamento dei prezzi, così da tornare a una situazione di normalità e uscire da questa bolla speculativa. In più, fin dall’inizio abbiamo fatto i conti con modifiche costanti alla normativa, impossibili da seguire per chi non ha personale addetto solo alla parte burocratica. Ormai il Superbonus era un vero campo minato, molto diverso dallo spirito iniziale con cui è stato concepito».

Ora le imprese guardano con fiducia ai lavori connessi al Piano nazionale di ripresa e di resilienza, ma ciò che si chiede è anche uno sguardo rivolto al futuro: «Se da un lato questa misura non era più sostenibile, il 2030 rimane dietro l’angolo ed è necessario che prosegua il percorso di efficientamento energetico delle abitazioni italiane: con questi costi, è impensabile che le famiglie medie si possano permettere una ristrutturazione. Mi auguro che lo Stato ricorra a qualche nuova misura in questa direzione, magari più semplice e snella: il rischio è che molti proprietari si trovino a dover vendere le loro abitazioni, di fronte all’incapacità di sostenere alcune spese indispensabili».  f.p.

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