
ABITARE IL PIEMONTESE «Paolo, siamo a cena in famiglia e ci stavamo chiedendo perché si dica mes bòt, an bòt, doi bòt, trai bòt e poi quatȓ oȓe, sinch oȓe». Questo è il messaggio arrivatomi poco prima delle festività natalizie. Quale occasione migliore da prendere al balzo per dedicare una puntata alla parola bòt. Il suo significato è intuibile, onomatopeico: botto, rintocco di campana, ma anche colpo, percossa, fino addirittura per intendere un lavoro a cottimo.
La base lessicale risale all’epoca prelatina, dove bott-butt significa colpo, che genera una vasta famiglia lessicale, dai molteplici significati di estensione geolinguistica panromanza. Per alcuni studiosi sarebbe preferibile quella germanica, da butt (ottuso, mozzo), base da confrontare con il basso tedesco e l’olandese butt (ottuso, mozzo) e con il tedesco bavarese butt (persona o animale di statura tozza). Dé ëȓ bòt (dare il botto) significa crollare, avere un mancamento; deje ‘n bòt (dare un colpo), ovvero fare un lavoro frettolosamente, in modo approssimativo. Alcuni modi di dire: ant ën bòt (in un attimo), ëd bòta-volà (all’improvviso), aȓ bòt ëd ses oȓe (alle sei in punto).
Arriviamo così al bòt dȓa ciòca, il rintocco di campana. I motivi per cui in piemontese i primi tre numeri dell’orario siano contraddistinti da bòt (an bòt, doi bòt, trai bòt) e poi si passi a oȓe (quatȓ oȓe, sinch oȓe…) è un fatto che si prova a spiegare da tempo. Eppure le campane delle chiese battono sempre un numero di rintocchi corrispondente all’orario e alla rispettiva mezz’ora. La prima opinione che ci siamo fatti rimanda alla rappresentazione dei numeri romani: fino al tre sono rappresentati con semplici stanghette (I-II-III), dopodiché bisogna ricorrere a più segni e calcoli (IV-V-VI-VII…). Un’altra ipotesi può anche essere propriamente legata a una comodità fonetica: dal quattro in poi i numeri terminano con una consonante, meglio dunque seguire con oȓe, anziché con bòt. Sarebbe cacofonico dire, per esempio, set bòt. Anche in altre lingue, succede qualcosa del genere: per esempio in inglese i numeri ordinali si elencano così: 1st, 2nd, 3rd e poi si passa a 4th, 5th, 6th. Il podio ha insomma sempre avuto una storia a sé.
Infine, il sintagma a bòt significa a cottimo: in un passo di Giacinto Corio indirizzato a Camillo Benso di Cavour si trova l’unica attestazione epistolare: «Se i faccioni rimangono senza lavoro, li si faccia fare spianamenti a botto colle carrette».
Paolo Tibaldi
